Un concorso di merito per i prof
Oggi il nuovo vertice sindacati-ministero per sbloccare la sequenza contrattuale. Chiamata diretta ma vincolata alla valutazione dei titoli
Carlo Forte e Alessandra Ricciardi
Chiamata diretta a piacere o con regole tassative. Intorno a questi estremi si svolge oggi a viale Trastevere l'incontro politico tra i rappresentanti dei sindacati e del ministero dell'istruzione. Le organizzazioni sindacali insistono sulla necessità di introdurre regole tassative che prevengano arbitri ed uso eccessivo di criteri basati sul mero gradimento personale nella scelta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici.
Oggettivizzare la scelta della scuola servirebbe, tra l'altro, anche ad assicurare l'imparzialità e il buon andamento della scuola. In verità, al Miur fanno notare come il «problema» della scelta sarà assai limitato: dai 50 mila ai 70 mila, tra neossaunti e docenti della mobilità che finiscono su ambito e non su scuola. Per molte classi di concorso, poi, il preside dovrà accogliere le autocandidature che saranno appena sufficienti a coprire il fabbisogno. L'ipotesi di scelta, dunque, sarà residuale, neanche una decina di prof per un istituto di medie dimensioni. I criteri di scelta hanno senso, a questo punto, ma senza annullare ogni margine di autonomia del dirigente. Della chiamata diretta voluta da Matteo Renzi a quel punto resterebbe poco.
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