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Un’aula per cinque in salotto" la scuola a casa vista da Codogno

Tre figli, tutti di età diverse, e 5 fra tablet e computer: "Questa esperienza ci cambierà"

22/03/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA —Dall’ex epicentro del contagio italiano, Codogno, la famiglia Fiazza — 5 membri, tre figli, uno per ciclo scolastico — racconta il primo mese di lezioni a distanza. L’intera famiglia racconta: l’esperienza dell’educazione impartita in cameretta ai tre alunni è questione che tocca tutti, tracima in cucina, in soggiorno, su tutti i costretti alla clausura. Dice mamma Anna Longari, 46 anni, consulente statistico-matematica, la "r" codognese passata ai figli: «Venerdì 20 febbraio è finito tutto, i ragazzi sono andati in classe l’ultima volta. La piccola l’ho presa alle due. È iniziata un’altra vita e un’altra scuola».

Seicento metri dalla chiesa, la casa di famiglia dei Fiazza-Longari è alla periferia di Codogno. Campi coltivati intorno. Due piani, 160 metri ciascuno, un largo giardino. Quattro computer e un tablet. Ognuno — 48, 46, 15, 13, 10 anni — lavora in autonomia. «Le videolezioni funzionano, alle medie sono stati veloci: pochi giorni e i professori si sono collegati. Subito hanno dato un po’ di compiti, una settimana e sono partiti su Google classroom. Anche alle elementari: prima i compiti su Whatsapp, poi ci hanno messo a disposizione la piattaforma MyEdu, gratis».

Wi-fi potente in casa: «Lavoro già così, part-time, da casa», Anna Longari, «mio marito più raramente, ma ha il suo pc. Alla grande, Lidia, l’abbiamo comprato l’anno scorso, dopo l’esame di terza media. Paolo, che ora è in seconda, ha preso il vecchio di papà. Dismesso, funzionante». Per la piccola, quarta elementare, c’è l’iPad, con cui ha dimestichezza da tempo. «Internet regge, quando in casa siamo collegati in 5 papà si attacca a una "saponetta" autonoma». I cellulari hanno giga, i Fiazza sono attrezzati. Si mangia tardi a pranzo e a cena. E il salotto è diventato un videogioco. «Pulisco il sabato e la domenica». La famiglia sta bene, «ma ho molti amici ammalati, alcuni sono morti. Codogno ne sta uscendo, noi usciamo solo per la spesa». Sono cattolici professanti, i Fiazza, nella gerarchia delle priorità collocano in alto la scuola.

All’inizio i tre figli hanno reagito con entusiasmo alla scuola sul pc, ora iniziano ad accusare stanchezza. «A lezione tengono, ma non ce la fanno più a restare in casa». Manca lo sport, gli amici. Lidia, primo scientifico: «Abbiamo fatto una verifica d’informatica, era come stare in classe, un’interrogazione di Storia, un tema. Latino senza videocamera, è facile distrarsi. Quando ci interrogano lo fanno tre alla volta e seguono i nostri sguardi, se andiamo a cercare gli appunti. A volte nelle lezioni importanti non tutti si connettono. I prof registrano le assenze, poi ci chiamano. Martedì, mercoledì e venerdì c’è Scienze, s’inizia alle 8, e siamo arrivati a 4 ore di fila di lezioni. Il pomeriggio compiti. Io uso le cuffiette. La tensione in casa, a volte, sale, ma c’è il giardino. Non ho mai provato una cosa così, ne uscirò più responsabile». I ragazzi pensano che alla fine promuoveranno tutti, ma non vorrebbero il sei spalmato. Paolo, quello di seconda media, il papà lo definisce il talentuoso: «In classe siamo 20 e dalle lezioni sono rimasti fuori i due nuovi arrivati, dal Marocco e dall’Afghanistan. Ayub su Instagram riesce a prendere i compiti d’italiano, mi ha chiesto se lo aiuto a recuperare matematica. Ha voglia. L’altro veniva poco a scuola anche prima». Infine Lucia, quarta elementare: riceve video dalle due maestre, li guarda quando vuole. «Il periodo è così così, ma stasera mangiamo la pizza». Il padre Angelo, 48 anni, dirigente della Angelini profumi: «Ho tre figli tenaci, creativi. A loro spiego quanto siamo fortunati a non essere nati un secolo fa».


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