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Tuttoscuola N. 40, 4 marzo 2002 SOMMARIO 1. Organi collegiali, la legge cambiera' ancora 2. Riforma Moratti/1: il passaggio stretto delle Regioni 3. Riforma Moratti/2: le critiche di Comuni e...

05/03/2002
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Tuttoscuola
N. 40, 4 marzo 2002

SOMMARIO

1. Organi collegiali, la legge cambiera' ancora
2. Riforma Moratti/1: il passaggio stretto delle Regioni
3. Riforma Moratti/2: le critiche di Comuni e Comunita' montane
4. Gran Bretagna: come e' difficile applicare il merit pay...

1. Organi collegiali, la legge cambiera' ancora

Il disegno di legge sul governo delle istituzioni scolastiche
approvato in sede referente dalla Commissione Cultura della Camera il
21 febbraio (cfr. "TuttoscuolaNEWS" n. 39) appare destinato a subire
ulteriori modifiche, gia' in occasione della sua prossima discussione
in aula. Tra i parlamentari (e non solo) ha suscitato molte
perplessita' il fatto che nel nuovo Consiglio della scuola i genitori
sarebbero piu' numerosi degli insegnanti (cinque a tre nella scuola di
base, tre a tre, piu' due studenti, nel ciclo superiore). Tra le forze
di governo AN e CCD sarebbero infatti orientati a ristabilire la
parita', il che consentirebbe alle rappresentanze interne (insegnanti,
dirigente scolastico e direttore amministrativo) di avere un maggior
peso all'interno del Consiglio. Ci sono dubbi anche sulla figura del
genitore "Garante dell'utenza", che insieme ad un docente e a un
"soggetto esterno" (non si dice "un esperto") costituirebbe il "nucleo
di valutazione" del funzionamento dell'istituto e lo presiederebbe per
legge. Il timore e' che tale organo possa entrare in conflitto con
altri (il Collegio, lo stesso Consiglio di scuola), determinando
tensioni soprattutto con gli insegnanti.
Il ruolo del Garante rischia inoltre di sovrapporsi almeno in parte a
quello del dirigente scolastico, che svolge a sua volta funzioni di
garante istituzionale della qualita' del servizio. Ma Forza Italia,
che ha gia' dovuto rinunciare alla sua richiesta di un Consiglio di
Amministrazione con i tre esperti esterni, sembra riluttante ad
ulteriori mediazioni, che ridurrebbero l'impatto innovativo della
riforma.

2. Riforma Moratti/1: il passaggio stretto delle Regioni

I tempi per l'avvio parziale della riforma Moratti sin dal prossimo
anno scolastico si fanno sempre piu' stretti.
Il parere della Conferenza unificata Stato, Regioni e Citta',
necessario prima della presentazione in Parlamento del ddl
governativo, e' slittato di una settimana. L'allungamento dei tempi e'
stato chiesto dalle Regioni che starebbero per raggiungere un accordo
per la presentazione di un documento unitario sul provvedimento di
riforma. Secondo Adriana Buffardi, coordinatrice degli assessori
all'istruzione in seno alla Conferenza, "la discussione aperta tra i
presidenti regionali ha mostrato una larga convergenza di posizioni
rispetto ad alcune criticita' del provvedimento Moratti". Un primo
testo in 12 punti, consegnato il 28 febbraio dai rappresentanti
regionali al ministro, chiede innanzitutto il rispetto del nuovo
titolo V della Costituzione, che secondo le Regioni implica ad esempio
che esse siano ascoltate prima del varo dei provvedimenti del Governo.
Il testo entra poi nel merito delle questioni, avanzando interrogativi
e richiedendo correzioni.
In settimana dovrebbe svolgersi un incontro con il ministro Moratti
dal quale emergera' la disponibilita' o meno del Governo
all'accoglimento delle modifiche richieste da tutte le Regioni. In
caso di disco verde il testo definitivo del disegno di legge Moratti
potrebbe essere approvato gia' nel Consiglio dei ministri di giovedi'
7 marzo o al piu' tardi in quello della settimana successiva.

3. Riforma Moratti/2: le critiche di Comuni e Comunita' montane

Altre nubi all'orizzonte sul disegno di legge delega per la riforma
dei cicli. In attesa del parere della Conferenza unificata tra Stato,
Regioni e Citta', l'Anci e l'Uncem, associazioni dei Comuni e delle
Comunita' montane, prendono una posizione critica (
https://www.tuttoscuola.com/ts_news_40-1.doc ) verso la proposta
Moratti.
Perche'? Considerano inaccettabile il ricorso alla legge-delega, che
li escluderebbe da decisioni che ormai, per effetto della recente
riforma costituzionale, sono di competenza anche di Regioni ed Enti
locali. Anci e Uncem sottolineano anche come "il cambio di ministri
che azzera, in alcuni casi, riforme faticosamente messe a punto, se da
un lato legittima una visione diversa di una nuova classe dirigente,
dall'altro esaspera lo sforzo dei Comuni che devono adattare sul
territorio scelte che cambiano troppo rapidamente".
Entrano poi nel merito di alcuni specifici aspetti della riforma
Moratti, per i quali avanzano richieste di modifica. Uno dei punti
piu' dolenti e' rappresentato dal sostegno finanziario: "se i Comuni
dovranno concorrere a favorire queste iniziative, dovra' essere sempre
chiarita la fonte degli interventi finanziari". Solo sull'incremento
dei servizi che i Comuni dovrebbero predisporre per l'anticipo
dell'ingresso alla scuola dell'infanzia Anci e Uncem stimano un costo
aggiuntivo da coprire di 1.300 miliardi.

4. Gran Bretagna: come e' difficile applicare il merit pay...

Il riformismo anticonformista di Tony Blair si manifesta in varie
forme anche nel settore dell'educazione, e arriva a capovolgere alcuni
capisaldi del riformismo tradizionale. E' il caso delle politiche di
intervento a sostegno delle scuole pubbliche piu' emarginate e
inefficienti, la cui gestione viene affidata a soggetti privati, che
si impegnano su base contrattuale a migliorarne i risultati (misurati
in particolare sui livelli di apprendimento degli allievi) entro un
determinato tempo, in genere 3 anni.
Il premier si muove anche nel campo della politica salariale, con
l'introduzione, fortemente voluta dal governo, di un aumento di 1000
sterline per gli insegnanti: oltre 1600 euro (un po' piu' dei 3
milioni di lire di berlingueriana memoria...), ai docenti i cui
allievi ottengono i migliori risultati ("performance-related bonus").
Della questione ne parla il Times Educational Supplement del 26
febbraio ( www.tes.co.uk ). Il bonus dovrebbe essere assegnato agli
interessati dai capi di istituto il prossimo settembre, ma i
principali sindacati di questi ultimi non ne vogliono sapere, almeno
fino a quando non saranno stati definiti meglio a livello centrale i
criteri per la valutazione delle performances degli allievi.
Anche il piu' importante sindacato degli insegnanti critica la
mancanza di regole certe, e sostiene che gli insegnanti "meritevoli"
sono molti di piu' di quelli che sarebbe possibile compensare con le
risorse finanziarie disponibili.