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Decreto rilancio: 1,5 miliardi per la scuola, ma (per ora) neanche un prof in più

Azzolina ha annunciato 16 mila posti in più per i concorsi, ma quelli che arriveranno per direttissima a settembre sono solo la metà. E comunque non si tratta di un aumento dell’organico ma di cattedre già esistenti che verranno, finalmente, assegnate in via definitiva

13/05/2020
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Corriere della sera

Gianna Fregonara e Orsola Riva

No, a settembre non ci saranno 16 mila prof in più nelle classi, come qualcuno ha immaginato dopo l’annuncio della ministra Azzolina via Twitter. Sedicimila sono semmai i posti in più per i due concorsi che nel giro di due anni dovrebbero portare in cattedra in tutto 65 mila nuovi prof. Di questi solo la metà sono destinati alla prima tornata concorsuale che dovrebbe svolgersi per direttissima ad agosto con una prova secca a crocette. Se tutto va bene, in questo modo si dovrebbe riuscire a promuovere da subito 32 mila precari (i 24 mila già previsti dal bando di concorso più 8.000 aggiunti dal decreto rilancio) assegnando loro in via definitiva una cattedra che finora occupavano solo in modo provvisorio. Una goccia nel mare rispetto ai duecentomila e passa supplenti già previsti per settembre. E comunque non si tratta di prof in più ma di cattedre già esistenti, finora ricoperte da una girandola di insegnanti, che grazie al concorso troveranno finalmente un’assegnazione stabile. Sempre ammesso, poi, che il concorso straordinario bandito qualche settimana fa (con un anno e più di ritardo) non abbia intoppi causa coronavirus. I sindacati e mezza maggioranza chiedevano di trasformarlo in un concorso per titoli, la ministra è riuscita a spuntare questi posti in più aumentando così le possibilità dei precari di lungo corso di diventare finalmente di ruolo. Ma l’organico delle scuole, per ora almeno, non cambia: 760 mila erano gli insegnanti l’anno scorso, altrettanti saranno l’anno prossimo.

L’equivoco

L’annuncio fatto lunedì sera al Tg5 dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri - e subito rilanciato dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina - ha destato qualche equivoco, perché vi si parlava di 16 mila posti in più da subito. Mentre saranno la metà: gli altri 8.000 posti che il ministero dell’Istruzione ha strappato al Mef arriveranno solo con l’altro concorso, quello ordinario, già bandito ma rinviato sine die. Se va bene se ne riparla a settembre 2022. Idem per i maestri che anche loro dovranno seguire la lunga trafila del concorso ordinario: in tutto sono previsti solo 13 mila posti per i prossimi tre anni, che erano stati calcolati in previsione dello spopolamento delle classi primarie causato dal calo demografico (negli ultimi 5 anni le scuole elementari hanno perso 150 mila alunni), ma che sono diventati del tutto insufficienti nella logica dello sdoppiamento delle classi che il Miur sta immaginando proprio per garantire ai più piccoli la certezza di poter fare scuola in presenza e non, come i ragazzi delle superiori, stando metà in classe e metà collegati da casa.

Organici potenziati, come?

Non a caso la sottosegretaria Anna Ascani aveva dichiarato a Skytg24 che stavano ancora trattando con Gualtieri per ottenere degli insegnanti di potenziamento in più alle elementari e alle medie, cioè dei docenti che potessero accompagnare i bambini in attività alternative alla didattica ordinaria (musica arte ginnastica programmazione digitale) in modo da alleggerire le classi. In serata, però, Ascani ha commentato così l’annuncio dei 16 posti in più: «E infine, una buona notizia - ha scritto in un lungo post su Facebook -: grazie alla collaborazione con il ministro Gualtieri siamo riusciti ad ottenere un ampliamento delle stabilizzazioni, rispetto ai posti previsti, per portarli ad un totale di circa 78.000». E gli insegnanti in più che dovevano servire per lo sdoppiamento delle classi a settembre? Per ora, non ce n’è traccia. Chissà se l’argomento tornerà d’attualità nelle prossime settimane quando i presidi dovranno inventare la didattica per la riapertura dopo l’estate.

La pax sindacale

Resta comunque da vedere se aver spuntato dal Mef 8 mila posti in più da subito (e altri 8000 fra due anni) basterà alla Azzolina per fare pace con i sindacati e convincerli ad accettare la prova a crocette da lei prevista per quest’estate. Finora è stato muro contro muro, perché i sindacati sostengono che l’emergenza Covid-19 renda impossibile lo svolgimento del concorso straordinario, anche nella sua versione super semplificata, e propongono in alternativa di mettere in fila i candidati in base agli anni di servizio e ai titoli e assumere quelli con il punteggio combinato più alto. Un’ipotesi sostenuta in Parlamento anche da una inedita coalizione trasversale che va da Fdi e la Lega a Pd e Leu, che hanno presentato ciascuno un proprio emendamento per chiedere di non fare il concorso, col rischio però di dover riscrivere daccapo i bandi e far slittar ulteriormente le assunzioni .


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