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Tra Buona scuola e sentenza Ue, la strada stretta del governo per i precari

Verificare quanti tra i 140mila in procinto di essere assunti hanno davvero insegnato. E quanti nelle graduatorie rientrano nella sentenza Ue. Tra interrogazioni di maggioranza e primi aggiustamenti della riforma l'esecutivo cerca una soluzione

28/11/2014
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Assumere anche chi non ha mai insegnato per un giorno o mettere un limite al mega-piano di immissioni in ruolo nella scuola proposto dalla Buona scuola di Renzi? Recuperando, magari, coloro che non si trovano collocati nelle graduatorie ad esaurimento ma insegnano da anni. All'indomani della sentenza della Corte di giustizia europea, che apre le porte della scuola a migliaia di insegnanti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) utilizzati per anni con contratti a tempo determinato, il governo si trova a dipanare una complicata matassa. Il pronunciamento della Corte di Lussemburgo non fa altro che confermare quanto già anticipato alcuni mesi fa: la illegittimità dei contratti a tempo determinato conferiti al personale scolastico, protratti per più di 36 mesi senza la successiva assunzione a tempo indeterminato. Istanza che la Buona scuola presentata lo scorso 3 settembre dal presidente del Consiglio ha di fatto accolto  -  anche se a metà  -  prevedendo l'assunzione di tutti i 140mila inclusi nelle liste provinciali dei precari.

Ma non tutti gli inclusi nelle graduatorie ad esaurimento possono definirsi precari in senso stretto, perché molti hanno soltanto qualche mese di supplenza all'attivo o, addirittura, non sono mai entrati in classe. Che fare, assumerli tutti ugualmente? A prendere l'iniziativa è Francesca Puglisi, senatrice del Pd con delega in segreteria su istruzione, università e formazione. La parlamentare, lo scorso 25 novembre, ha presentato una interrogazione al ministro, Stefania Giannini, che chiede di fare una fotografia dei cosiddetti precari "storici". "Si chiede di sapere  -  recita il testo dell'interrogazione  -  se il ministro in indirizzo abbia un quadro chiaro di coloro che stanno lavorando in quest'anno scolastico con contratti annuali, per sapere quanti di essi sono collocati nelle graduatorie ad esaurimento, quanti in seconda o terza fascia e quanti hanno avuto almeno 3 rinnovi contrattuali annuali".

La richiesta sembra quasi anticipare la sentenza dell'Alta corte europea, ma pone anche l'esigenza di capire chi si sta per assumere. Quanti tra i 140mila inclusi nelle graduatorie ad esaurimento possono definirsi precari? Il governo ci sta ragionando e potrebbe apportare qualche modifica al Piano che prevede di svuotare le graduatorie e cancellare il precariato della scuola in un sol colpo. Ma la questione è delicata, anche se i paradossi non mancano. E poi, quanti sono in effetti quelli che rientrano nella sentenza pronunciata ieri a Lussemburgo? Scorrendo alcune graduatorie ci si può fare un'idea. Nel listone della scuola dell'infanzia di Palermo, un terzo dei 2.251 aspiranti all'assunzione col piano Renzi hanno meno di sei punti di servizio, che equivalgono a un anno di lavoro in una scuola privata prima del 2000 o a tre mesi di servizio nella scuola statale o paritaria.

Scenario che non cambia se passiamo in rassegna la graduatoria della scuola primaria della provincia di Napoli, con il 38 per cento dei 4.490 inclusi con pochissimo o addirittura nessun servizio all'attivo. Anche al Nord tantissimi supplenti inseriti nelle graduatorie provinciali non hanno mai insegnato o hanno pochissimi giorni di supplenza alle spalle. In provincia di Milano, 173 dei 583 presenti nella graduatoria di Italiano alla scuola media  -  il 30 per cento  -  hanno al massimo 6 punti di servizio. Ma i problemi per il governo Renzi non sono terminati. Perché la sentenza di ieri ribadisce il concetto che è illegittimo abusare del contratto a termine anche per il personale Ata, che non figura nel piano di assunzioni del governo. Che fare? E quanti sono i bidelli, i tecnici di laboratorio e gli assistenti amministrativi licenziati o non stabilizzati dopo almeno tre incarichi annuali?

Un dato da ricordare è quello dei 44mila Ata tagliati dalla riforma Gelmini, molti dei quali in servizio da anni e che potrebbero rivolgersi al giudice del lavoro per essere assunti oppure richiedere un risarcimento. E' questo il nodo sostanziale che il governo Renzi deve sciogliere. Perché per i docenti la sentenza della Corte di giustizia europea imporrebbe all'Italia di assumere meno insegnanti di quelli attualmente inseriti nelle graduatorie dei precari: 70/90mila. E la soluzione che già qualcuno al ministero e in parlamento comincia ad accarezzare è quella di stabilire una soglia  -  di servizio  -  per essere assunti dalle graduatorie ad esaurimento e recuperare gli Ata con oltre 36 mesi di incarico statale e magari anche quelle poche migliaia di precari con anni di supplenze all'attivo, collocati nelle graduatorie d'istituto. Alla fine si tratterebbe di assumere sempre 140mila persone.