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Torino, simulazione in cinque scuole per la riapertura a settembre: classi con non più di 15 studenti

Uno studio del Politecnico con il progetto "Scuole aperte, società protetta". "Serve un protocollo nazionale come quello per la sicurezza nelle fabbriche"

03/05/2020
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la Repubblica

Diego Longhin

Una simulazione in cinque scuole di Torino, dall’asilo nido alla media, per verificare, numeri alla mano, tra insegnanti, studenti, personale amministrativo, addetti a mensa e servizi vari, come poter riorganizzare l’attività per garantire, almeno da settembre, l’apertura delle strutture. Studio realizzato dal Politecnico in collaborazione con il Comune di Torino: strutture torinesi in cui sarà avviata la sperimentazione e l’analisi di tutte le procedure organizzative, relative ai turni, all’uso degli spazi, ai flussi in entrata e in uscita, per rideterminarle in rapporto alla tutela della salute, oltre che ai bisogni dei piccoli utenti e delle loro famiglie. Si tratta di “beta test” per pensare ad una riapertura insieme al Covid-19. “Il nostro contributo al lavoro svolto dal Politecnico – spiega l’assessora all’Istruzione, Antonietta Di Martino - si è concentrato sulla fascia 0-6. Più i bambini sono piccoli più occorre fare valutazioni specifiche nelle singole strutture, tenendo conto che le necessità di accudimento richiedono un rapporto personale diretto e risulta quindi impossibile attuare misure di distanziamento interpersonale”.

L’assessora sottolinea che “tra le soluzioni per la fase di transizione e per la riapertura sono state proposte la facilitazione della formazione tra le famiglie di micro-comunità spontanee per accogliere piccoli gruppi di bambine e bambini sotto la guida del nido di riferimento, l’organizzazione di un ventaglio di possibilità per i mesi estivi, anche utilizzando forme “a bassa soglia” cioè con orario limitato come ludoteche, attività di gioco, attivando tutte le collaborazioni pubbliche e private già presenti nel sistema educativo”. Di Martino sottolinea che i servizi potrebbero partire definendo un protocollo nazionale sulle procedure di sicurezza per le riaperture e considerando le necessità di stanziamenti per affrontare i maggiori costi materiali e organizzativi. 

Le misure? La rarefazione delle presenze con la formazione di piccoli gruppi stabili, il distanziamento, attraverso l’uso opportuno di tutti gli spazi disponibili, dentro e fuori delle strutture scolastiche, l’uso di dispositivi, la sanificazione di arredi, materiali didattici e ambienti, la promozione di comportamenti responsabili tramite, l’informazione e formazione di tutti. Le cinque strutture cittadine dove saranno realizzati i “beta test” sono quelle comunali del Nido d'infanzia Bianca & Bernie di Via Ventimiglia, 112 e della Scuola dell'infanzia G. Fanciulli di Via Mercadante 129, le strutture private  Asilo Nido Birimbao di Corso Moncalieri, 203 e  Scuola paritaria convenzionata con il Comune di Torino (con sezione primavera aggregata)  S.Bonacossa di Via Nizza 22/F, e il complesso di via Bardonecchia, 34 che comprende nido, scuola dell'infanzia, scuola secondaria di primo grado, servizi del centro civico.
 

Nel rapporto 'Scuole aperte, Società protetta' del politecnico di Torino per la ripresa dell'attività scolastica si parla della definizione di un protocollo nazionale, "analogo a quelli redatti per la ripartenza delle attivita' produttive". Il Politecnico  in circa 60 pagine, definisce le possibili modalita' per una ripresa della scuola in sicurezza. Partendo dal presupposto che "la scuola ed i servizi educativi per la prima infanzia sono altrettanto cruciali delle attivita' produttive per la ripresa del Paese", si evidenzia come "il sistema educativo risponde a problemi di conciliazione famiglia-lavoro per i genitori, ma soprattutto ai diritti costituzionali dei bambini e dei ragazzi a ricevere un'istruzione e ad avere accesso alle risorse per il pieno sviluppo delle proprie capacita'. Esigenze e diritti - si sottolinea - che sono stati, forse inevitabilmente, compressi in queste settimane con conseguenze negative che hanno allargato le disuguaglianze sociali tra bambini". Si ipotizza, per la sicurezza, classi con non più di 15 studenti.


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