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Testato il 50% dei prof Caos sulle regole per i lavoratori fragili

Si complica la questione dei lavoratori fragili: è pronta la circolare dei ministeri della Salute e del del Lavoro, che riguarda anche gli insegnanti: non basta più il requisito anagrafico — avere più di 55 anni — per avere accesso alla tutela speciale

05/09/2020
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Corriere della sera

di Margherita De Bac

ROMA Sale l’adesione degli insegnanti ai test sierologici. Dopo una partenza fiacca nella prima settimana (la chiamata è partita il 24 agosto) l’affluenza negli studi di medici di famiglia e Asl è aumentata ma è ferma appena alla metà del corpo insegnanti tanto che molte Regioni hanno prolungato i tempi. Si procederà oltre il 7 settembre, la data di stop precedentemente fissata dal governo. La sieroprevalenza, cioè l’incidenza dei positivi agli anticorpi (quindi persone che hanno avuto contatti con il virus), si discosta da quella della popolazione generale testata con lo studio epidemiologico nazionale pubblicato ad agosto dove la media era del 2,5%.

In alcune Regioni si sono registrate punte più alte: il 3,4% in Emilia Romagna, l’1,2% nel Lazio. In Lombardia su 56.953 fra docenti e operatori scolastici 2.723 sono risultati positivi e, come prevede il protocollo, sono stati sottoposti a tampone, esame che stabilisce se l’infezione è ancora in atto. Tutti negativi.

Sono dati molto preliminari. In Veneto, nella provincia di Padova, su 10 mila test zero tamponi positivi. Domenico Crisarà, segretario regionale della Federazione medici di famiglia ne trae considerazioni incoraggianti: «La categoria ha avuto comportamenti responsabili». In Emilia Romagna un solo positivo. «Vuol dire avviare la riapertura delle scuole in sicurezza. Sarà importante ripetere lo screening fra qualche mese», dice Kyriakoula Petropulacos, direttrice sanità regionale. L’adesione è stata maggiore quando sono stati i medici a farsene promotori, invitando al test docenti e operatori, in base all’elenco fornito dalle Asl. Se è il medico a chiamare le prenotazioni raddoppiano, nota Claudio Cricelli, presidente della società di medicina generale Simg. Silvestro Scotti, di Fimmg, è certo che il numero crescerebbe se le finalità dello screening fossero chiarite: «Conoscere la percentuale dei suscettibili al virus, quelli che non hanno sviluppato anticorpi».

Si complica la questione dei lavoratori fragili: è pronta la circolare dei ministeri della Salute e del del Lavoro, che riguarda anche gli insegnanti: non basta più il requisito anagrafico — avere più di 55 anni — per avere accesso alla tutela speciale. «La maggiore fragilità va intesa congiuntamente alla presenza di comorbilità» che possono determinare un maggior rischio in caso di contagio.

Non solo, il medico dell’Inail o della Asl dovrà valutare anche se vi è «una patologia con scarso compenso clinico», ovvero un rischio reale. Peccato però che l’articolo di legge che prevedeva la cosiddetta «sorveglianza sanitaria speciale» per i lavoratori fragili non sia stato prorogato e al momento non esiste una norma di riferimento.


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