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Test sierologici per i prof a settembre si teme l'aumento di cattedre scoperte

Il test sierologico va fatto immediatamente prima dell'inizio dell'attività lavorativa: va da sé che, qualora fosse necessario anche il tampone, passerebbero dei giorni prima di poter tornare a fare lezione.

28/07/2020
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Il Nuovo

Per tutti i docenti è previsto il test sierologico prima di sedersi in cattedra. Sarà volontario, da svolgersi prima dell'avvio delle lezioni fissato al 14 settembre e sarà gratuito. Per gli studenti invece, ad oggi, è previsto il test ma solo a campione e le modalità sono ancora tutte da decidere. Quindi, a ridosso della metà di settembre, nei laboratori di analisi arriverà qualcosa come un milione di test sierologici. Tanti sono infatti i docenti e il personale scolastico al completo. Se poi il test dovesse risultare positivo si procederebbe con il tampone. Ma potrebbero nascere non pochi problemi, con le scuole alle prese con le cattedre che resterebbero vuote proprio all'ultimo momento. 
SUPPLENTIIl test sierologico va fatto immediatamente prima dell'inizio dell'attività lavorativa: va da sé che, qualora fosse necessario anche il tampone, passerebbero dei giorni prima di poter tornare a fare lezione. A quel punto la scuola dovrebbe cercare dei supplenti che, a loro volta, dovrebbero sottoporsi al test. E si tratta di un problema decisamente diffuso: «Con i test sierologici - spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano - stiamo scoprendo una quota di malati che prima non vedevamo: gli asintomatici. Nelle regioni del Centro-Sud, meno colpite dal contagio, risulta positivo al test un 3-5% dei pazienti che si sottopongono al controllo ma al nord si arriva all'8%. In Lombardia la percentuale sale al 10%. È chiaro che poi questi test devono essere ripetuti nel tempo e si resta in isolamento fino al tampone, che rileverà o meno la presenza del virus e quindi anche il rischio per chi ci sta intorno. I docenti hanno un'età media di 50 anni e quindi non devono abbassare la guardia».
Considerando che i docenti sono in tutto circa 800mila, il 5% corrisponde a 40mila persone da sostituire all'ultimo minuto. Ma l'anno scolastico che sta per partire registra già 85mila cattedre vacanti per mancanza di precari da assumere e si stima che le supplenze potrebbero essere anche 200mila. Un numero enorme e insostenibile anche perché le graduatorie si stanno esaurendo in tutta Italia tanto che il ministero dell'istruzione ha avviato una riforma del sistema e ha previsto la possibilità di chiamare in cattedra anche gli studenti universitari di scienze della formazione primaria. Insomma, i docenti scarseggiano e sui soliti vecchi problemi delle supplenze, con cui ogni anno si arriva a dare gli incarichi a novembre, quest'anno potrebbe arrivare anche il carico delle cattedre che restano vuote in attesa dell'esito dei tamponi. 
LA LOMBARDIA E I PRECARIDel resto non è possibile effettuare i test troppo in anticipo altrimenti andrebbero comunque ripetuti a ridosso del 14 settembre. Ed è proprio la Lombardia, dove la percentuale di risultati positivi al test arriva al 10%, ad avere storicamente maggiori problemi con i docenti da mettere in cattedra: da anni nella regione ne mancano diverse migliaia. Non solo: «Nella bozza del protocollo sulla sicurezza - spiega Maddalena Gissi della Cisl Scuola - non sono indicate le procedure del test per i precari. Devono farlo, visto che entrano in classe come gli altri, ma non si sa ancora quando si svolgeranno. Chiederemo al ministero di fare chiarezza». Il problema non è da poco: i precari sono decine di migliaia e sono iscritti in graduatorie diverse tra loro: potrebbe essere quasi impossibile esaminarli tutti. 
L.Loi.