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Test rapidi salivari, un mezzo flop allo Spallanzani

Per prevenire una seconda ondata nelle scuole, allo Spallanzani si sperimentano i test rapidi. Nelle scuole sono arrivate le mascherine, ma i banchi monoposto sono un miraggio

25/09/2020
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il manifesto

Andrea Capocci

I nuovi casi positivi registrati ieri sono stati 1.786, con 23 decessi. In assoluto si tratta di numeri in rialzo, ma che per motivi diversi non possono sorprendere. I casi sono un centinaio più del giorno prima, ma anche il numero di tamponi effettuati è aumentato. Che il numero di decessi aumentasse, invece, non può stupire dato il lento ma costante aumento dei pazienti in rianimazione e quindi più a rischio. Nei reparti di terapia intensiva ci sono attualmente 246 pazienti, un numero ancora contenuto ma quadruplicato in un mese.
Anche se il numero di test giornalieri è ormai stabilmente sopra quota centomila, la ricerca di metodologie più rapide ed economiche per scovare il virus non si ferma. L’obiettivo è fornire alle scuole test rapidi, di facile utilizzo e abbastanza accurati per escludere nel giro di minuti casi di sospetto Covid. I tamponi finora utilizzati, che devono essere analizzati in laboratori specializzati e forniscono una risposta dopo alcune ore, rischiano di paralizzare l’attività scolastica se per ogni caso dovessero scattare quarantene e tamponi a catena. L’epidemiologo Pierluigi Lopalco la chiama «dittatura del tampone»: «La richiesta di tampone per ogni bambino che dovesse avere febbre rischia davvero di mandare il sistema in tilt», aveva detto pochi giorni fa.

Per non ingolfare i laboratori diagnostici, aziende e laboratori di tutto il mondo (anche italiani) hanno sviluppato test alternativi al tampone naso-faringeo classico, che cerca il virus nel muco prelevato con un lungo e fastidioso bastoncino. Non potendo accontentarsi dei dati presentati dalle brochure di presentazione delle aziende, i ricercatori dell’istituto “Spallanzani” di Roma ne hanno sperimentati altri per verificarne l’accuratezza. E ieri ha pubblicato i primi risultati su varie tipologie di test.

I test salivari molecolari usano sostanzialmente la stessa metodologia dei tamponi naso-faringei ma su campioni di saliva, più facili da prelevare. Secondo lo “Spallanzani” il metodo funziona. Ma l’apparecchiatura «riesce infatti ad effettuare solo 8 campioni per volta, con tempi di analisi dei campioni di circa un’ora». Pertanto, scrivono i ricercatori «il suo utilizzo è indicato soltanto in casi particolari, come per esempio la conferma urgente di positività riscontrate nel corso di test antigenici».

I test antigenici, appunto: non ricercano direttamente il virus ma i suoi antigeni, cioè le proteine che esso presenta all’esterno. Allo Spallanzani ne hanno testati due, entrambi salivari. Il primo è accurato, ma richiede il trasporto in laboratorio come il tampone classico. L’altro richiede pochi minuti e può essere effettuato ovunque (anche a scuola) non avendo bisogno di un laboratorio, un po’ come un test di gravidanza. «Ai primi test effettuati sembrerebbe risultare meno performante rispetto al test molecolare standard» sostengono però i ricercatori. Dunque, questi test possono essere usati solo in operazioni di screening rapido e richiedono la conferma con il tampone, che rimane il gold standard. «Gli altri metodi» si legge nel report dello Spallanzani «vanno utilizzati se non si dispone della possibilità di accedere al test molecolare classico, oppure per scopi diversi dal contesto diagnostico, quale la sorveglianza epidemiologica».

Per evitare che dalle scuole parta una seconda ondata, dunque, meglio puntare sulla prevenzione per il momento. La distribuzione di gel e mascherine sta avvenendo ai ritmi previsti. Secondo i dati ufficiali le mascherine distribuite finora nelle scuole sono oltre 135 milioni. Cioè 11 milioni di pezzi al giorno come aveva promesso il commissario. Invece, buio totale sui banchi monoposto: «Ad oggi ne sono stati consegnati circa 200mila» dice Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi «ne mancano 2milioni e 400mila. In base a quanto promesso per rispettare la scadenza del 31 ottobre ne andrebbero consegnati 800mila ogni venti giorni. Dunque siamo già fuori di 600mila unità


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