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Test di Medicina, il Consiglio di Stato accoglie il ricorso di 250 studenti

Quest’anno i posti erano 1600 in più, sulla base del fabbisogno. Consulcesi: «Il diritto allo studio non può essere limitato»

09/10/2019
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Corriere della sera

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di 250 studenti ammettendoli alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dopo che erano stati esclusi in seguito al test d’ingresso sostenuto lo scorso anno. «Tale aumento non soltanto è indice del sottodimensionamento dei posti sin qui disponibili nell’offerta formativa, ma sembra anche più aderente ai prevedibili fabbisogni sanitari futuri», scrivono i giudici nelle motivazioni. Gli avvocati del network legale di Consulcesi che hanno rappresentato i ricorrenti sottolineano che la sentenza «si fonda anche sul fatto che per l’anno accademico 2019/2020 il ministero ha aumentato di 1.600 i posti disponibili». In realtà il numero di posti viene stabilito ogni anno dal ministero proprio in base al fabbisogno del sistema sanitario: e l’aumento di quest’anno andava sulla linea del governo, che punta ad allargare la platea di ammessi. Ogni anno dopo il test fioccano i ricorsi: agli studenti spesso basta appigliarsi a piccoli vizi formali nella somministrazione della prova per veder cambiare la propria posizione, da respinto ad ammesso. E infatti ci sono molti studi legali e associazioni pronti a supportare gli studenti per sostenerli nella battaglia legale. In questo caso invece l’associazione si è appellata proprio al numero di posti disponibili, che sarebbe insufficiente. E il Consiglio di Stato le ha dato ragione, sia perché ha riconosciuto che tutti gli atenei fissano la quota di ammissibili ma si tengono al ribasso, e sia perché il numero di posti disponibili su base nazionale non rispecchia la richiesta del fabbisogno sanitario.

Diritto allo studio

«Questa sentenza, che arriva esattamente alla vigilia degli scorrimenti delle graduatorie, mette automaticamente in discussione anche il numero dei posti stabilito per l’anno accademico 2019/2020», commenta Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. E conclude: «Il diritto allo studio non può essere limitato. La selezione dei più capaci e meritevoli deve essere fatta durante il corso di studi e non affidata alla cabala di quiz commissionati a una società privata. Per il momento, in attesa che questo avvenga, l’unico modo per gli studenti di esercitare il loro diritto è quello di andare davanti agli organi della giustizia amministrativa».


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