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Tasse universitarie, salate in Italia: tra le più alte in Europa dopo Regno Unito e Olanda

premier Renzi ha da poco annunciato "novità" nei calcoli ma gli studenti propongono la loro ricetta: no tax area fino a 28mila euro di Isee e maggiori tutele per gli iscritti part-time

07/05/2016
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Tasse universitarie eccessivamente salate in Italia e gli studenti propongono la propria ricetta. Mercoledì scorso, nell'ambito di una serie di interventi sulla fiscalità generale, il premier Matteo Renzi ha annunciato anche "novità" sulla tassazione universitarie. In estrema sintesi: il governo sta lavorando a un progetto che preveda una "no tax area" al di sotto di una certa soglia, legata al profitto. In altre parole, le famiglie meno abbienti non pagheranno le tasse universitarie se i loro figli supereranno almeno un numero minimo di esami (crediti).

E sul tema intervengono anche i diretti interessati: gli studenti. "A dispetto di quanto la ministra Giannini ha più volte affermato - dichiara Alberto Campailla, portavoce di Link coordinamento universitario - l'università italiana è tra le più costose d'Europa.

E ora pare che il presidente del Consiglio abbia intenzione di affrontare il problema di accesso alla formazione superiore e ha annunciato ieri misure sulla tassazione universitaria". I dati dell'Ocse - che si riferiscono all'anno accademico 2013/2014 - raccontano una realtà piuttosto preoccupante. In nove dei sedici paesi europei - Norvegia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Turchia, Repubblica Slovacca, Slovenia, Estonia e Ungheria - censiti dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico le tasse universitarie per l'accesso agli atenei pubblici non sono contemplate. In altri quattro paesi - Svizzera, Belgio, Francia e Austria - le tasse in media non superano i mille dollari Usa equivalenti e l'Italia - con 1.602 dollari a studente si piazza al terzo posto, dopo Regno Unito (9.019 dollari Usa) e Olanda (2.300 dollari).

Al momento, in parlamento sono state depositate due proposte di legge: una a firma della dem Emanuela Ghizzoni e l'altra del grillino Gianluca Vacca. "Anche gli studenti però hanno una proposta - continua Campailla -. Abbiamo lanciato la campagna 'don't tax me now', una proposta completa in tema di tassazione che è uno dei cardini del nostro programma in vista delle prossime elezioni per Consiglio nazionale studenti universitari, previste il 18 e 19 maggio". Di che si tratta? "La nostra proposta - spiegano gli universitari - vuole da un lato assorbire il forte aumento della tassazione derivato dall'introduzione del nuovo Isee dall'altro rendere l'università italiana davvero accessibile a tutti".

Gli studenti, in particolare chiedono una no tax area fino a 28mila euro di Isee che significherebbe esentare il 39 per cento degli studenti come avviene in molti paesi europei. A conti fatti, "il costo dell'operazione è pari a 650 milioni di euro", che verrebbero meno nelle casse universitarie e potrebbero essere recuperate con un "incremento del Fondo di funzionamento ordinario" che lo Stato eroga agli atenei. "Chiediamo inoltre una tassazione realmente progressiva e maggiori tutele per gli studenti part-time".

"Come sempre - conclude Campailla - già ci siamo attivati negli atenei al momento dell'approvazione dei regolamenti tasse". E alcuni hanno già accolto alcune richieste degli studenti "riducendo sensibilmente la tassazione per gli studenti meno abbienti


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