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Stampa-Cresce la voglia di Cgil, Cisl e Uil di riprendere la mobilitazione

Dopo il lavoro si riapre lo scontro sulle pensioni Cresce la voglia di Cgil, Cisl e Uil di riprendere la mobilitazione: ritirare la delega ROMA La "pausa" - durata un mese - nello s...

21/05/2002
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La Stampa

Dopo il lavoro si riapre lo scontro sulle pensioni
Cresce la voglia di Cgil, Cisl e Uil di riprendere la mobilitazione: ritirare la delega

ROMA

La "pausa" - durata un mese - nello scontro sull'articolo 18 tra governo e sindacati è davvero terminata. Fioccano i commenti e le dichiarazioni, e soprattutto si sente sempre più forte la voglia di Cgil-Cisl-Uil di riprendere la mobilitazione. E oltre ai licenziamenti, torna sotto le luci dei riflettori anche il tema della previdenza. Se per il presidente (in uscita) dell'Inps Massimo Paci la decontribuzione per i nuovi assunti crea "i presupposti per un attacco definitivo al sistema pubblico", il sottosegretario al Welfare Alberto Brambilla sostanzialmente conferma: per avere i conti in equilibrio bisognerebbe ridurre il valore della pensione Inps. Gli stati maggiori sindacali hanno reagito decisamente male alla proposta del superministro per l'Economia Giulio Tremonti, che - sulla falsariga di quanto proposto da Umberto Bossi a suo tempo - ha proposto di innalzare la soglia (oggi fissata a 15 dipendenti) oltre la quale scattano le tutele per i licenziamenti previste dall'art.18. Verrebbero invece eliminate le altre ipotesi previste al momento nella delega governativa. Sulla riforma del mercato del lavoro, commenta a margine della commemorazione di Massimo D'Antona, assassinato tre anni fa dalle Br - il governo "faccia una sola proposta, e non venticinque". Più esplicito è il numero due della Uil Adriano Musi, che parla di "brutta figura" per il ministro Tremonti. "Mi pare una proposta assolutamente non condivisibile - afferma il sindacalista - sarebbe invece opportuno che il governo presenti una proposta definitiva al sindacato convocandolo al tavolo". "Sicuramente non è un'apertura al sindacato", spiega il responsabile previdenza Cgil Beniamino Lapadula, che spara a zero sulla "controriforma fiscale" di Tremonti. Scettico è anche il responsabile del centro studi Confindustria Giampaolo Galli, secondo cui "queste questioni vanno discusse ai tavoli appropriati. Non è molto utile parlarsi attraverso i giornali e le interviste pubbliche". Tremonti incontrerà in sede tecnica mercoledì prossimo i sindacati per discutere della sua riforma. Ma non c'è dubbio che il clima dei rapporti sta peggiorando: negli stati maggiori sindacali si fa largo la sensazione che una nuova tornata di iniziative di protesta sia necessaria per sbloccare la situazione. Per adesso, sono solo minacce: "Se permane questo stallo propositivo e questo mutismo da parte del governo - avverte sempre Musi - una risposta sindacale unitaria sarebbe utile, opportuna, necessaria". Per il vice di Angeletti eventuali azioni dovranno essere concordate; la pensa così anche la Cgil, che ieri ha riunito la sua segreteria per fare il punto della situazione e ipotizzare una nuova fase di lotta. Ma il sindacato di Cofferati - diversamente dallo scorso febbraio - ha intenzione di procedere di conserva con Cisl e Uil. Dal governo, il ministro del Welfare Roberto Maroni è ottimista: "Il dialogo è aperto da mesi - dice - adesso io sono fiducioso e presto troveremo una soluzione". Da parte di Maroni, nessuna particolare enfasi - anzi - sulla proposta del suo collega dell'Economia: "È una delle proposte già uscite tre mesi fa. È una delle tante, nel merito della quale non voglio entrare". Ma per il suo sottosegretario Maurizio Sacconi, "non ci sono ancora le condizioni per un incontro". Dall'opposizione, sparano contro la riforma dell'articolo 18 Massimo D'Alema, Piero Fassino, Antonio Di Pietro e Tiziano Treu, della Margherita. E come detto, è di nuovo polemica sulle previdenza. Il presidente dell'Inps Massimo Paci lascerà a novembre, e ieri partecipando a un convegno ha rilanciato - ma in modo più esplicito - le sue preoccupazioni per la progettata decontribuzione per i nuovi assunti (a parità di prestazione). Con la delega governativa "si rischia di creare una situazione di finanza allegra attorno alle pensioni - sostiene Paci - e dopo qualche anno, le condizioni per un attacco definitivo che porti a sgretolare e demolire il sistema pubblico". Per Paci, il taglio dei contributi a trattamenti invariati "è una impostazione che non si cura della spesa previdenziale totale: è chiaro che bisognerà ogni anno prevedere una copertura per quel taglio di contributi". Una preoccupazione condivisibile, dicono tutti insieme i rappresentanti dei sindacati: per Musi, Polverini (Ugl), Lapadula e il segretario confederale Cisl Pier Paolo Baretta la delega del governo "prima o poi porterà a un momento in cui dovranno tagliare le prestazioni". Per questo, dice Baretta, "il governo farebbe bene a ritirare la delega sulla previdenza". "È un allarme ridicolo e insensato", protesta per Confindustria Galli; ma come spiega il sottosegretario al Welfare Alberto Brambilla, la decontribuzione non può avvenire lasciando invariate le prestazioni pensionistiche pubbliche, altrimenti "si mettono a rischio i conti del sistema pubblico".


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