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Squilla la prima campanella. Un docente su 6 è precario

Il governo nelle aule. Renzi: stop agli incarichi brevi e 149 mila assunzioni

16/09/2014
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La Stampa

Rispettare gli insegnanti, cancellare i precari, abolire le supplenze brevi: l’anno scolastico ieri è iniziato così, con un nuovo grande segnale di impegno da parte del presidente del governo. Il presidente Matteo Renzi (contestato al grido di «buffone» da un centinaio di lavoratori e disoccupati all’arrivo alla scuola palermitana intitolata a don Puglisi) ha ancora una volta promesso di assumere i precari: «Ci sono 149 mila persone che hanno l’obbligo di essere assunte ». E ha affermato che il Paese «tornerà a crescere non se la Ragioneria indovinerà la legge di stabilità 2015 ma se torneremo ad avere stima, fiducia, rispetto degli insegnanti ». Parole importanti, pronunciate da una persona che sa bene qual è la gravità del problema che ha promesso di risolvere. Le cifre sono per la prima volta nero su bianco in modo ufficiale nel documento «La Buona Scuola» che lo stesso governo ha predisposto. E così Renzi e i suoi ministri sanno bene che sono tornati in classe quest’anno 600 mila e oltre professori di ruolo, 14 mila supplenti che sanno di avere un anno davanti di lavoro e di stipendio e una quota dell’esercito di 112mila supplenti che invece avranno diritto alla fetta meno consistente della torta dell’insegnamento, le sostituzioni che possono andare da pochi giorni ad alcuni mesi. Che differenza c’è tra i primi e i secondi supplenti? E chi saranno i precari che oggi sperano in Renzi? Il meccanismo è complicato, pieno di sigle e di stratificazioni. Ci sono innanzitutto i «precari storici», gli iscritti alle Gae, le Graduatorie ad Esaurimento. Gli iscritti sono 260mila ma ci si può iscriversi anche in più graduatorie, le persone effettive che ne fanno parte sono circa 150-160 mila, molti di loro lavorano da decenni come precari, nella stragrande maggioranza sono donne e l’età media è di 41 anni. Ci sono poi le graduatorie di istituto, quelle a cui attingono i dirigenti che hanno bisogno di sostituire un insegnante di ruolo. Si dividono in tre fasce. La prima corrisponde alle Gae, la seconda comprende gli abilitati, quelli che non fanno parte delle graduatorie ma hanno preso un diploma magistrale prima del 2000 quando dava la possibilità di insegnare, o si sono laureati in Scienze della Formazione che fino al 2008 dava diritto ad insegnare. Sono circa 50 mila persone. Oppure comprende quelli che nei primi anni del Duemila hanno creduto alla promessa delle Sis, le scuole di specializzazione, un altro tipo di corsi di specializzazione che avrebbero dovuto rappresentare una corsia privilegiata di nuovi docenti super- preparati e che si è rivelata soltanto un binariomorto. Sono altre 5000 persone. Ai supplenti della seconda fascia dovrebbe essere destinato il concorso che Renzi ha promesso di bandire per assumere 40mila persone. E, infine, c’è la terza fascia circa 100 mila persone ma costituite per la gran parte (93 mila supplenti) da persone che hanno insegnato complessivamente meno di un mese. Eche quindi il governo non considera veri precari e che quindi non intende stabilizzare. Se Renzi riuscirà a mantenere la sua promessa i conti tornano considerando il turn-over di circa 13-14mila docenti l’anno che vanno in pensione. A rimanere fuori senza motivo, insomma, sarebbero circa 7mila insegnanti di terza fascia. Come spiega Antonio Antonazzo, responsabile della Gilda Insegnanti per il precariato - sono quelli che da anni lavorano nelle scuolemedie.


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