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Sostegno, subito Tfa per 21 mila posti Sempre più i prof non specializzati

Tutti i numeri dell'emergenza. primo ciclo entro marzo

14/01/2020
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ItaliaOggi

Emanuela Micucci

«Deve partire velocemente il nuovo ciclo di formazione degli insegnanti specializzati» per il sostegno. Tra i punti chiave del programma della neo ministra dell'istruzione Lucia Azzolina ci sono i docenti di sostegno. A sottolinearlo è lei stessa subito dopo il giuramento al Quirinale, elencandolo nei 10 temi prioritari «su cui mi sto già muovendo». È in dirittura d'arrivo, infatti, il decreto ministeriale sul Tfa sostegno 2020, il corso di specializzazione che garantisce il titolo idoneo per insegnare agli alunni disabilità. Il V ciclo che, ha spiegato più volte nelle scorse settimane Azzolina, allora sottosegretaria del Miur, sarà attivato per i 14 mila posti preventivati, a cui vanno aggiunti i 7 mila posti degli idonei del precedente bando, cioè per i docenti che hanno superato il bando per il IV ciclo di Tfa ma che non hanno potuto frequentarlo per carenza di posti. In totale 21 mila posti. «Abbiamo attivato le procedure con le università», ricordava Azzolina, «il V ciclo sul sostegno sarà bandito presto», «si spera all'inizio del primo trimestre 2020».

Quella del sostegno è una delle emergenze della scuola italiana, con un docente su 2 precario e carenza di insegnanti specializzati. Aumenta, infatti, il numero degli studenti con disabilità che in questo anno scolastico, secondo i dati del Miur, conta 259.757 alunni. Di questi 22.302 sono bambini che frequentano la scuola dell'infanzia, 95.383 vanno alla primaria, altri 69.021 alle medie, infine 73.041 sono alle superiori. Ad affiancarli nel loro percorso scolastico sono 150.609 docenti di sostegno, comprensivi di ben 50.529 posti di sostegno in deroga. Anche per l'anno scolastico 2019/20, infatti, i posti di sostegno in deroga non sono entrati a far parte dell'organico di diritto e vengono assegnati come supplenze al 30 giugno. Supplenze che possono essere conferite anche agli insegnati senza titolo, in una quadro generale che vede già pochi docenti in possesso della specializzazione per l'insegnamento agli alunni disabili. Tanto più che i corsi dell'ultimo ciclo di Tfa, il IV, sono ancora in svolgimento, per cui a settembre scorso la situazione è rimasta quasi invariata.

Una situazione che si trascina da anni. Come certifica sia Miur sia l'Istat nelle loro ultime indagine sugli alunni con disabilità, che fanno entrambe riferimento all'anno scolastico 2017/2018. La quota di insegnati per il sostegno a tempo indeterminato sul totale dei docenti per il sostegno è pari al 57,3%, rispetto al 60,8% nell'anno scolastico 2001/2002. Se si considerano gli ultimi 16 anni, la quota ha toccato il suo valore minimo nel 206/2007.

Molte le differenze nelle varie aree territoriali. Il 36% degli insegnanti per il sostegno, però, viene selezionato dalle liste curriculari destinati all'intero gruppo classe, cioè non formati per il sostegno, poiché la graduatoria degli insegnanti specializzati non è sufficiente a soddisfare la domanda. Fenomeno questo più frequente nelle regioni del Nord, dove al quota sale al 49%, mentre si riduce considerevolmente nel Mezzogiorno scendendo al 21%. Non solo. Circa un terzo degli insegnati di sostegno è deciso, di fatto, ad anno scolastico iniziato da sentenze dei tribunali ai quali si rivolge circa il 5% delle famiglie degli studenti disabili o dalle decisioni degli usr. In particolare, al Sud la percentuale di ricorsi al Tar per ottenere l'aumento delle ore di sostegno è doppia rispetto a quella del Nord: rispettivamente 6 e 3%.

Così, però, il fabbisogno stimato con l'organico di diritto regione per regione non corrisponde alle esigenze reali, penalizzando non solo gli alunni ma anche gli insegnanti che non possono usufruire di quelle cattedre per i trasferimenti e le assunzioni. Il contingente di insegnati per il sostegno in percentuale del totale dei docenti è prossimo al 17,7% nel Nordovest, al 15,2% nel Nordest, al 20,2% nelle regione del Centro e al 17,9% nel Mezzogiorno. Il rapporto tra numero di alunni con disabilità e posti di sostengo nell'ultimo decennio ha registrato una progressiva decrescita, attestandosi sull'1,69 studenti disabili per docente di sostegno, con il valore più elevato registrato nel 2009/10 pari a 2,09.

Notevoli le differenze territoriali: 1,94 nel Nordovest, 2,01 nel Nordest, 1,62 nel Centro e 1,51 al Sud. In particolare Calabria e Sicilia hanno i valori più contenuti, rispettivamente 1,27 e 1,29, quelli più elevati in Liguria (2,61), Friuli-Venezia Giulia (2,41) e Lombardia (2,22). Nel decalogo delle priorità della neoministra Azzolina non c'è solo il sostegno, ma l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità. «Dobbiamo attuare», sottolinea, «il decreto legislativo 66/17 sull'inclusione, che mette in campo strumenti nuovi e importantissimi per rispondere alle necessità dei ragazzi con disabilità, che però sono ancora scritti solo sulla carta. Anche qui chiederò rapidità a chi dovrà lavorarci».


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