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Sospensione e 5 in condotta per punire chi non la indossa

C'è chi propone tre giorni consecutivi di interrogazioni e chi preferisce affidarsi alla moral suasion “Puntiamo sul senso di responsabilità degli alunni. Ma i negazionisti saranno lasciati a casa”

02/09/2020
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la Repubblica

Ilaria Venturi

Chi non indosserà la mascherina a scuola? Rischia grosso alle superiori: un voto in condotta più basso in pagella e sanzioni disciplinari sino alla sospensione. Anche una punizione molto temuta dai ragazzi: due interrogazioni ogni mattina per tre giorni. A proporla all’istituto tecnologico Volta di Perugia, il più grande dell’Umbria coi suoi 1800 studenti, è la preside Rita Coccia: «È una della sanzioni già previste se gli studenti non rispettano l’ambiente scolastico, penso possa andare bene anche se non useranno la mascherina».

Lo spettro di un nuovo lockdown, il timore di non farcela in questa ripartenza se tutti non rispetteranno le indicazioni sanitarie, dalle protezioni al divieto di assembramenti, porta i presidi alla linea dura. Tolleranza zero, insomma. Lo ripete Nicoletta Puggioni, preside del polo tecnico Devilla di Sassari: «Non indossare la mascherina è un atto intollerabile che può danneggiare gli altri, i ragazzi devono capire l’importanza di questa cosa, non ci devono giocare o scherzare su. E dunque prevediamo l’allontanamento dalla scuola per chi non le indossa: magari non la prima volta, ma saremo inflessibili la seconda, dobbiamo essere rigidi sin da subito ».

Proprio in questi giorni la maggior parte degli istituti sta riscrivendo il Patto educativo di corresponsabilità e i regolamenti disciplinari. E la scuola a rischio Covid impone una riflessione sul rispetto delle nuove regole. Non tutti sono d’accordo, «non siamo sceriffi, ma educatori ». Ma prevale la linea delle sanzioni. «Così come si è multati se non indossi la mascherina sull’autobus o in un luogo dove è obbligatoria perchè non a scuola?», ragiona Carlo Braga, preside dell’istituto Salvemini, in provincia di Bologna. «Anche noi abbiamo aggiunto sanzioni, sino alla sospensione, per chi infrange le misure anti-Covid, le stesse previste per qualsiasi azione pericolosa che possono commettere gli studenti, per un cazzotto piuttosto che una spinta. Poi è chiaro, ci sarà una gradualità, ma il ragazzo che non la indossa in modo provocatorio, il negazionista sarà allontanato dalla scuola». La strettoia sarà al rientro in classe di tutti gli studenti lunedì, dopo un’estate del liberi tutti in spiaggia. «Dovranno cambiare registro nei comportamenti ». E per molti presidi è meglio farlo capire dal primo giorno. Non concorda Domenico Squillace, alla guida del prestigioso scientifico Volta di Milano: «Conosco il dibattito tra colleghi, ma se imbocchiamo la strada delle punizioni non andremo da nessuna parte». Nel suo liceo gli studenti dovranno pulire il proprio banco alla fine di ogni ora e così dovrà fare l’insegnante, «come potrebbero farlo se non con un’opera di convinzione e di condivisione, siamo una comunità».

Nelle chat si discute, i capi di istituto si scambiano i regolamenti. Tra i presidi del Lazio prevale la linea, già annunciata a luglio, di legare l’uso o meno della mascherina al voto in condotta. «Le sanzioni devono essere previste, ma siamo sempre in ambito educativo, non possiamo dimenticarlo», avverte il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli.

Nella scuola dell’autonomia non c’è una linea comune. Nel ritorno in classe, ieri per i corsi di recupero, per esempio molti dirigenti scolastici hanno fatto indossare la mascherina anche durante la lezione, sebbene non obbligatoria. «Ho redarguito un gruppetto che si era fermato davanti all’elenco delle classi, si sono subito scusati. Io confido nel loro senso di responsabilità, i ragazzi sono più disciplinati e intelligenti di quanto li rappresentiamo » osserva Flavio Filini, preside dell’istituto Copernico-Pasoli di Verona. «Ci orienteremo sul criterio del voto in condotta nel rispetto delle misure di sicurezza. Ma il lavoro va fatto soprattutto dai docenti in classe». Alla moral suasion punta Alessandra Rucci che dirige il liceo scientifico Savoia Benincasa di Ancona: «Le sanzioni siano una extrema ratio, prima puntiamo a responsabilizzare al massimo i ragazzi ». Il problema non si pone alla primaria e alle medie, dove gli insegnanti apriranno le lezioni sulle misure anti-Covid e le punizioni non sono nemmeno prese in considerazione per i bambini. «Dedicheremo settimane alla metabolizzazione delle regole – spiega Rosa Maria Lauricella, preside dell’istituto comprensivo Valente a Roma – significa evitare imposizioni, ma fare educazione civica».


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