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" Solo i medici decidono chi deve restare a casa In aula nessun pericolo"

Intervista al Ministro Azzolina

09/02/2020
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La Stampa

Federico Capurso

federico capurso
roma
«Se gli studenti rientrati dalla Cina devono restare a casa o meno, lo decidono i medici». Il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, vuole mettere in chiaro che con la nuova circolare per le scuole, emessa dal ministero della Salute, non si scaricano le responsabilità sulle famiglie. «Solo gli studenti che non presentano sintomi possono scegliere se andare a scuola o rimanere a casa».
Viene il dubbio che chi non sa di essere infetto dal coronavirus, perché ancora nel periodo di incubazione, possa decidere di entrare in classe e mettere in pericolo i propri compagni. È così?
«Nessun pericolo, perché ci sarà un monitoraggio quotidiano degli studenti di ritorno dalla Cina. Non da parte delle scuole, ma delle Asl di riferimento. La questione è medica, non scolastica».
Non saranno i presidi o i genitori a dover decidere, quindi, se un ragazzo può entrare a scuola?
«Assolutamente no. Solo nel caso in cui i medici delle Asl rilevino delle controindicazioni, si può impedire la frequentazione. L'Istituto superiore di sanità e il centro Spallanzani, insieme al ministero della Salute, hanno deciso che queste sono le massime precauzioni necessarie e io mi fido del loro lavoro. Si devono fidare tutti delle autorità sanitarie. Hanno già dimostrato quanta bravura ci sia tra i nostri medici».
Intanto Matteo Salvini esulta. Dice che i governatori leghisti avevano ragione a chiedere un «isolamento volontario» degli studenti di ritorno dalla Cina.
«I governatori fanno il loro lavoro. Hanno ascoltato il territorio e reagito di conseguenza. Ma Salvini usa il coronavirus per prendere un punto in più nei sondaggi. Prenda esempio da Luca Zaia. Provi ad avere lo stesso atteggiamento di responsabilità che hanno avuto i suoi governatori. Non si specula su certi temi».
Lei Salvini proprio non lo può vedere…
«Mi chiedo chi lo possa vedere. Di una sola cosa sono sicura: mai più con la Lega».
Il rischio che emergano nuovi casi di discriminazione legati al coronavirus, anche nelle scuole, è forte. Cosa può fare il suo ministero?
«Nei nostri dirigenti, affiancati dal personale scolastico, ho visto tanta responsabilità e buon senso. Hanno saputo creare il giusto clima con le famiglie e li ringrazio per questo. Noi siamo al loro fianco, in costante contatto, ma occorre che tutti facciano la loro parte, compresa la politica, condannando episodi di discriminazione legati alla gestione del coronavirus».
Continuerà ad andare nelle scuole? Magari lì dove la presenza di studenti cinesi è più forte?
«Le visito tutte le settimane e continuerò a farlo. Il Presidente Mattarella ha offerto un grande esempio di educazione civica andando in una scuola con numerosi bambini cinesi. Nelle scuole con grande multiculturalità si fa inclusione e si costruisce davvero la sicurezza futura del Paese. Per me sarà sempre un piacere».
Meno piacevole il rapporto con i sindacati della scuola, che hanno già annunciato uno sciopero a marzo.
«A tre settimane dal mio insediamento. Dopo aver annunciato 3 concorsi per assumere più di 60mila docenti tra scuole primarie e secondarie. Non me l'aspettavo. Mi hanno molto delusa».
Li ha fatti arrabbiare in fretta proprio per i concorsi. Sbagliano?
«Scioperano perché vogliono avere prima le domande del quiz del concorso. Ma quella non è una merce di scambio. Certe richieste non le posso prendere in considerazione».
La porta quindi è chiusa?
«La mia porta è sempre aperta. Detto questo, vado avanti. Sono stati loro a rompere, quando erano ancora al tavolo di trattativa. Da ministro devo avere una visione complessiva della scuola, che comprende anche alunni e famiglie, non solo tarata sul corpo docente. La meritocrazia non può essere messa in secondo piano».
Aumentare lo stipendio del corpo docente potrebbe essere un buon viatico per ritrovare l'intesa. Ci sarà un aumento in busta paga, come promesso dal suo predecessore?
«Non so se riusciremo ad arrivare ai 100 euro di cui aveva parlato Fioramonti, ma sono ottimista, perché tra gli stanziamenti fissati in legge di bilancio e la riduzione del cuneo fiscale, ci sarà un aumento importante dello stipendio del personale scolastico e del personale tecnico e amministrativo». —i


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