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Sole 24 ore - Un controllo di qualità per i corsi

Un controllo di qualità per i corsi MILANO - Feste, sorrisi, urla con cori quasi da stadio ("Letizia sei una di noi"), qualche striscione ("Più liberi con la Moratti"). E una standing-ovation al...

05/02/2002
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Il Sole 24 Ore

Un controllo di qualità per i corsi
MILANO - Feste, sorrisi, urla con cori quasi da stadio ("Letizia sei una di noi"), qualche striscione ("Più liberi con la Moratti"). E una standing-ovation al termine del discorso di inaugurazione dell'anno accademico 2001/2002 dell'Università Cattolica tenuto ieri a Milano nella bella aula magna dell'ateneo. La giornata si era aperta con la messa nella basilica di Sant'Ambrogio, presieduta dal cardinale Martini ed è continuata con i discorsi del rettore, Sergio Zaninelli e il saluto del presidente dell'istituto Giuseppe Toniolo, Emilio Colombo. Al termine dell'inaugurazione è stato presentato il film "Più di una storia", di Paolo Lipari che documenta gli 80 anni dell'università. Il tributo degli studenti è un'accoglienza insospettata rispetto a quelle abitualmente riservate dalle rappresentanze studentesche ad un ministro. La centralità degli studenti è uno dei punti chiave sui quali il ministero punterà per l'attuazione della riforma, insieme alla valorizzazione della missione e dell'identità sociale dell'università, la ridefinizione del ruolo dei docenti, l'intensificazione del rapporto con il mondo del lavoro, l'incentivazione della ricerca. La Moratti ha sottolineato che l'opera del Governo sarà quella di "predisporre un sistema di monitoraggio della qualità dei corsi". "Misureremo - ha detto - l'adeguatezza dei mezzi messi a disposizione dei docenti e degli studenti. Porremo gli studenti nelle condizioni di fare un confronto trasparente tra università e singole facoltà quanto a strumenti didattici, strutture funzionanti, libri utilizzabili e consultabili". Il ministro ha continuato sostenendo che sarà sviluppata un'azione particolare per aiutare gli studenti nella scelta dell'università e rafforzando il preorientamento universitario nelle scuole. "Pensiamo - ha aggiunto - che sia necessario introdurre nelle università l'accreditamento del prodotto formativo e la certificazione della qualità dei servizi, cosicché il confronto competitivo tra le diverse offerte didattiche possa avvenire in modo trasparente e puntuale. Infine, punteremo a rafforzare la ricerca in ambito universitario". Più volte, durante il suo discorso, il ministro ha ribadito l'esigenza di "ridare agli studenti le sicurezze individuali e collettive che sembrano aver smarrito", accompagnandoli più da vicino "nell'inserimento nel ciclo produttivo della loro vita" ma proteggendoli anzitutto, "dai rischi di emarginazione ed estraniazione culturale che oggi corrono". Occorre "affrancarli dal senso di abbandono e da quella fatica del cambiamento che spesso avvertono nel profondo del loro animo, ma anzi affiancarli con sistemi di tutoring organizzato". Nel progetto "di ricostruzione e rifondazione culturale del Paese", secondo il ministro Moratti, bisogna "ripartire dalla persona, da docenti disponibili e capaci a diventare maestri di valori, da studenti formati su ideali di libertá, di giustizia e di saggezza". Un rinnovato modello etico di cultura, quello del ministro, che oltre a sottolineare che la riforma "è ispirata da una visione integrata e unitaria del sistema, che si estende dalla scuola materna fino all'università" ha sostenuto che l'università deve compiere un grande salto culturale e lo potrà fare solo facendo proprie le antiche radici della cultura europea". Non mancano però le preoccupazioni. L'Italia continua ad essere un Paese che opera prevalentemente sull'innovazione di secondo livello (utilizzando dunque i prodotti della ricerca altrui); la mortalità formativa è ancora troppo elevata, la fuga all'estero dei cervelli è una realtà. E ancora: "Permane - ha detto la Moratti - il grave divario con gli altri Paesi industrializzati dove il 21,5% della popolazione attiva è in possesso di un titolo equivalente alla laurea, contro il nostro 9,3%". Siamo anche agli ultimi posti posti per laureati scientifici e dottorati. Contiamo appena 3,3 ricercatori per mille abitanti, rispetto ai 5,3 della Ue. Rispetto a questi dati preoccupanti, che continuano a porre il livello di ricerca italiano ancora tropo in basso, è sicuro che occorrerà investire nell'università e nei settori di ricerca e sviluppo risorse ben maggiori di quanto non sia stato fatto fino ad ora. Anche sul reperimenti dei fondi e sulla quantità di quelli che verranno impegnati i giornalisti, alla fine del discorso ufficiale, hanno richiesto al ministro precisazioni. Ma, proprio in quel momento, scadeva il tempo dedicato alla stampa e la Moratti si infilava nell'auto blu andando sorridente verso i cori degli studenti "tifosi". Stefano Salis


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