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sole 24 ore - Riforma, gli esami cominciano adesso

Si annuncia in salita l'esame in Parlamento del Ddl Moratti - I nervosismi nella maggioranza, le barricate di opposizione e sindacati Riforma, gli esami cominciano adesso Giungono inoltre al pett...

03/02/2002
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Il Sole 24 Ore

Si annuncia in salita l'esame in Parlamento del Ddl Moratti - I nervosismi nella maggioranza, le barricate di opposizione e sindacati

Riforma, gli esami cominciano adesso
Giungono inoltre al pettine i nodi della parità scolastica e del nuovo contratto degli insegnanti

(NOSTRO SERVIZIO) ROMA - Fatta la riforma, bisogna approvarla. Ma la strada che ha ancora davanti Letizia Moratti, per condurre in porto il disegno di legge delega sul riordino dell'istruzione, è difficile e piena di ostacoli. Il provvedimento ha già avuto un lungo travaglio, prima del sì al Consiglio dei ministri di venerdì scorso. Ecco, allora, alcuni dei fossati che Letizia Moratti dovrà oltrepassare, per poter dichiarare di aver fatto davvero "la riforma dopo Gentile", come ha detto Berlusconi. Liti e tensioni nella Casa delle Libertà. Dietro l'apparente trionfalismo per l'approvazione del Disegno di legge, ci sono alcune tensioni irrisolte. L'agitazione più forte è dentro Forza Italia: non a caso il responsabile scuola, Mario Mauro, ha attaccato in un'intervista il Biancofiore che sarebbe, a suo avviso, "fautore della conservazione e dello statu quo" nell'istruzione. La dichiarazione di Mauro ha fatto infuriare il ministro Ccd per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, tant'è che venerdì mattina, poco prima che iniziasse il Consiglio dei ministri, tirava una brutta aria per Letizia Moratti. Poi tutto è stato appianato. Ma i problemi restano. Forza Italia è in movimento. Dice Mauro: "Credo che in Parlamento sia necessario aprire il dialogo con l'opposizione, anche per evitare scontri di tipo ideologico". Aggiunge il senatore Franco Asciutti (Fi), presidente della commissione Istruzione al Senato e probabile relatore del Ddl: "La riforma è proposta dal Governo, ma è il Parlamento che fa le leggi. Il progetto del Governo non è blindato, come ha detto Berlusconi. Credo, per fare un caso, che sull'anticipo delle iscrizioni a 5 anni e mezzo si possa discutere: la Cisl e alcune scuole private, per esempio, non sono d'accordo". Beniamino Brocca, responsabile scuola del Ccd, afferma che "nel cammino parlamentare non faremo stravolgimenti al testo. Miglioramenti, sì. I tempi, comunque, non saranno brevi e mi pare difficile che si riesca a partire a settembre con i nuovi ordinamenti". Giuseppe Valditara (An) punta invece sui programmi: "Occorre creare al più presto un gruppo di lavoro, composto da esponenti del mondo della scuola e dell'università, per riformare al più presto i programmi e i piani di studio, che non possono essere fatti solo dalla burocrazia". L'alleanza opposizione-sindacati. Tutti i partiti della minoranza sono compatti contro il progetto di Letizia Moratti. Il clamore della protesta è altrettanto forte nel fronte sindacale, idealmente diviso nelle motivazioni ma sostanzialmente unito nell'opporsi al Governo. La CgilScuola, ieri, ha rilanciato: "L'attuale taglio di circa 36mila posti di insegnanti nel triennio, previsto dalla Finanziaria per il 2002, è solo un anticipo". Secondo Panini, il ministero avrebbe assunto altri impegno molto più drastici sul personale scolastico. Ma fonti di Viale Trastevere respingono la tesi della Cgil. A dar battaglia ci sono però anche sindacati che spesso, in passato, si sono mostrati favorevoli con Letizia Moratti: come la Cisl, o lo Snals, che ha dichiarato lo sciopero generale e teme fortemente la regionalizzazione del personale insegnante. Contro anche la Gilda, anch'essa in sciopero: "Le dichiarazioni di ottimismo del presidente del Consiglio sulla possibilità di reperire risorse per la valorizzazione dei docenti non ci convincono - sostiene il coordinatore Alessandro Ameli -; sul reclutamento dei docenti, poi, è stata scansata la vera emergenza nazionale che, nei prossi dieci anni, porterà in pensione circa 300mila insegnanti. Il nostro giudizio è negativo e, se non si aprirà a breve la stagione contrattuale, lo scontro sarà molto duro". Le altre grandi questioni in arrivo. La vicenda del contratto dei docenti, scaduto alla fine del dicembre scorso, è una bomba che i sindacati sono pronti a utilizzare quanto prima. Riforma della scuola, personale e risorse, sono variabili tra di loro legate inseparabilmente. I rappresentanti degli insegnanti temono che il piano di investimenti per il settore, annunciato dal Governo, serva soprattutto a finanziare il riordino dell'istruzione: altro che "retribuzioni europee", dicono. A Letizia Moratti, poi, sta a cuore un'altra grande riforma: la parità scolastica. E sembra difficile pensare che i principali sostenitori di questo progetto, Forza Italia in particolare, siano disposti a rinviare ancora uno dei punti principali del programma elettorale del Polo. Anche il riordino del sistema pubblico-privato, però, è un ordigno molto pericoloso per i fragili equilibri politici e sindacali. Le riforme, dunque, potranno nascere solo se riusciranno a districarsi in questa foresta piena di insidie.

Marco Ludovico