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Sole 24 ore-Precari in lista per 15mila posti

Precari in lista per 15mila posti Scuola - Si aspettano i criteri per dividere tra docenti e ausiliari le nuove assunzioni varate dal Governo Quindicimila nuove assunzioni nel mondo della ...

15/12/2003
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Il Sole 24 Ore

Precari in lista per 15mila posti

Scuola - Si aspettano i criteri per dividere tra docenti e ausiliari le nuove assunzioni varate dal Governo
Quindicimila nuove assunzioni nel mondo della scuola a partire dal prossimo anno: il Consiglio dei ministri le ha ratificate il 13 novembre scorso e il personale è in attesa di conoscere la divisione dei posti tra docenti e Ata (tecnici e amministrativi, oggi circa 260mila). L'unica certezza e che i nuovi ausiliari non potranno superare le 8mila unità (limite fissato dal turnover relativo all'anno in corso), ma l'aspettativa è per una maggioranza di insegnanti. Prima di passare alle nomine, tuttavia, è necessario che il Parlamento approvi il Ddl sul punteggio dei precari che consentirà la revisione delle graduatorie. La situazione. Nel 2003/2004 i posti in organico di diritto, e cioè il numero di docenti necessari sulla base degli studenti iscritti, secondo una stima del ministero sono 740.300 (un calcolo Uil parla invece di 751.200), circa 7mila in meno rispetto all'anno scorso. Per quel che riguarda i docenti precari, cioè quelli con contratto annuale e quelli con contratto fino al termine delle attività didattiche, i dati sull'anno scolastico corrente non sono ancora disponibili, ma nel 2002/2003 erano 105.387, vale a dire il 14% del totale, con un aumento di 8.472 unità rispetto al 2001/2002. La regione in cui si affollano più docenti "a termine" è la Lombardia (18.549, 1.120 in più rispetto all'anno precedente), e in effetti è il Nord Italia a presentare una densità maggiore di precari. Il rapporto più alto fra supplenti e alunni si registra nelle province di Sondrio, Biella e Verbania, tutte con più di 22 precari ogni mille studenti, mentre all'altro capo della classifica si collocano Lecce, Avellino e Agrigento, che si attestano sotto quota sette per mille. "Al Nord - spiega Piera Formigli, della segreteria nazionale di Cisl scuola - si sente anche l'emigrazione dei docenti precari dal Meridione, che vanno in cerca di alternative occupazionali più promettenti rispetto a quelle offerte dalle loro terre d'origine". Standard europei. Le 15mila nomine che sono attese per i prossimi mesi si aggiungono alle 63mila assunzioni effettuate nel 2001, mentre nel 2002/2003 e 2003/2004 le porte non sono state aperte anche perché, ricordano fonti ministeriali, "il rapporto docenti-alunni nella scuola italiana è tra i più bassi in Europa", e che di conseguenza le ultime due leggi finanziarie "hanno previsto interventi di contenimento e di razionalizzazione della spesa per il personale della scuola finalizzati a un allineamento graduale e parziale agli standard europei". Standard europei che, sempre secondo l'interpretazione ministeriale, si erano allontanati anche "per le sessioni speciali di abilitazione indette nel 1999, per le quali la spesa era stata stimata sulla base di una partecipazione di 25mila docenti". Tuttavia, "un'interpretazione estensiva della norma ha portato alla partecipazione di oltre 200mila persone, con un maggiore onere di 53,4 milioni di euro". Timori sindacali. I sindacati, dal canto loro, giudicano le nomine un segnale importante, ma non sufficiente a rispondere alle esigenze dell'organico. "Questo numero di 15mila - è il giudizio di Piera Formigli - rappresenta il minimo storico di assunzioni, e peraltro giunge dopo due anni di blocco che noi riteniamo ingiustificato". Tra il 2001 e il 2003 hanno cessato l'attività 30.645 docenti (peraltro, solo il 15% per raggiunti limiti di età) ed Enrico Panini, segretario nazionale della Cgil scuola, sottolinea che "le nuove nomine sono appena sufficienti per coprire i pensionamenti che si verificheranno alla fine di quest'anno scolastico". Questo perché, anche se negli ultimi due anni le cessazioni si sono stabilizzate a quota 15mila, i sindacati confederali temono un loro aumento "anche a causa dell'incertezza che domina il quadro pensionistico, e che determina l'uscita anticipata dal lavoro". Di qui la loro richiesta che, come spiega Massimo Di Menna, segretario nazionale Uil scuola, giudica necessario "non fermarsi a questo decreto, ma predisporre un programma pluriennale di assunzioni che garantisca continuità sia agli insegnanti che agli studenti" PAGINA A CURA DI FEDERICA MICARDI GIANNI TROVATI
Lunedì 15 Dicembre 2003


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