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Sindacati uniti: sciopero della scuola il 5 maggio contro la riforma Renzi

L'annuncio alla manifestazione della Rsu a Roma. E' il primo unitario dopo sette anni. In piazza anche gli studenti

18/04/2015
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la Repubblica
Salvo Intravaia

ROMA - Dopo quasi sette anni, la scuola torna a fermarsi compatta. Ad annunciarlo dal palco della manifestazione delle Rsu in corso a piazza SS. Apostoli a Roma, i sindacati confederali. Martedì 5 maggio, i lavoratori  -  docenti, Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) e dirigenti scolastici  -  aderenti a Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola, Gilda-Unams, Snals-Confsal scenderanno in piazza contro il disegno di legge sulla Buona scuola, presentato dal governo e in discussione con tempi strettissimi in questi giorni in Parlamento. A questo punto, i Cobas della scuola che manifesteranno il prossimo 24 aprile, potrebbero decidere di revocare la loro protesta e aderire, compattando il fronte sindacale, a quella del 5 maggio. E annunciano la partecipazione anche gli studenti della Uds e della Rete studenti medi.
 


FOCUS Tutto su "la buona scuola"

Era dal 30 ottobre 2008, quando tutti i sindacati manifestarono contro la riforma Gelmini, che la scuola non scendeva in piazza con tutte le sigle sindacali. Sei anni e mezzo fa, fu la riforma della scuola del governo Berlusconi a mettere tutti "d'accordo", questa volta è la Buona scuola di Renzi a convincere tutti i rappresentanti dei lavoratori. Dopo il balletto strumenti parlamentari del premier  -  tra decreto-legge di marzo e disegno di legge di aprile, per altro molto diversi tra loro  -  lo sciopero generale della scuola era nell'aria da settimane. Perché dal 3 settembre, quando il premier Matteo Renzi presentò le prime slide sul piano di riforma che il governo intendeva potare a termine in tempi brevi, i rappresentanti dei lavoratori non sono stati coinvolti nella discussioni su tematiche di elevata complessità, come quelle della riforma della scuola. Anche se l'esecutivo "promette" di assumere 100mila docenti a settembre.

"Quando si mette mano a questioni senza averne conoscenza e competenza  -  dice senza mezzi termini dal palco della manifestazione di questa mattina Francesco Scrima, leader della Cisl scuola  -  si finisce come l'apprendista stregone e si rischia di fare danni incalcolabili. Questo sta facendo Renzi sulla scuola". "Noi chiediamo l'immediata stabilizzazione dei precari  -  ha dichiarato Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil  - , il rinnovo del contratto, e che si realizzi, finalmente, una scuola autonoma, libera da molestie burocratiche e basata sulla partecipazione e la cooperazione tra i soggetti che operano nella scuola e nel territorio. Del disegno di legge va cambiato tutto e noi non possiamo più aspettare". "Non è una riforma (né tantomeno una buona scuola)  -  aggiunge Pantaleo  -  quella che si fa senza coinvolgere veramente i lavoratori che ci lavorano ogni giorno, ascoltando i loro bisogni".

Secondo i sindacati, "i grandi assenti di questo disegno di legge sono un reale piano di investimenti e un piano di assunzioni anche per il personale Ata, che rischiano di compromettere il futuro della scuola italiana". "Pretendere di cambiare la scuola  -  conclude Scrima  -  senza partire dalla loro conoscenza dei problemi, dalla loro esperienza, dalla loro competenza è un grave atto di presunzione ed è anche la ragione per cui stiamo assistendo da mesi a proposte ogni volta diverse, spesso addirittura stravaganti, ma sempre ugualmente lontane da ciò che servirebbe davvero alla scuola per cambiare in meglio". Nelle scorse settimane, i sindacati hanno riunito docenti e Ata nelle province raccogliendo un grande dissenso e una grande preoccupazione soprattutto per la figura del preside-sceriffo cui Renzi vuole affidare le sorti della scuola italiana del terzo millennio. Gli unici contenti del piano di riforma pensato a Palazzo Chigi sembrano proprio i dirigenti scolastici.