Sì al decreto Pa, c’è anche “quota 96”

Il decreto legge che riforma la macchina dello Stato ottiene il primo sì, con il via libera della Camera al testo messo a punto dalla commissione Affari costituzionali, dove le novità non sono mancate: dai pensionamenti più facili all'uscita di 4 mila tra insegnanti e altro personale della scuola. Misure che hanno avuto il disco verde della commissione Bilancio nonostante il parere negativo del Mef sulle coperture.. Ora il provvedimento passa al Senato, per essere convertito entro il 23 agosto. Ecco allora i principali punti del provvedimento.
Dalla fine di ottobre nessun dipendente pubblico potrà restare a lavoro dopo avere raggiunto i requisiti pensionistici, mentre finora la carriera poteva protrarsi ancora per due anni. La regola vale anche per i magistrati, anche se con un'attenuante: per loro lo stop scatterà solo a inizio 2016, al fine di garantire la funzionalità degli uffici giudiziari. Le pubbliche amministrazioni potranno mandare a riposto i suoi dipendenti, motivando la scelta, a 62 anni, purché abbiano l'anzianità massima. Anzianità contributiva e non più effettiva, come stabilito fino ad adesso (valgono quindi i riscatti). Le soglie d'età non sono però uguali per tutti, per professori universitari e primari salgono a 68 anni, per i medici a 65. 
Nel decreto è stata anche inserita anche la contestata norma su “quota 96”, con la quale viene permesso di andare in pensione a circa 4.000 insegnanti che erano stati bloccati dalla riforma Fornero a partire dal 2012.