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"Servono i fondi del Mes per l'edilizia scolastica Congedo per i genitori dei bimbi in quarantena"

Elena Bonetti La ministra della Famiglia: "Supporti alle famiglie in difficoltà. No ai tamponi a tappeto"

02/09/2020
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La Stampa

francesca sforza

roma

Un lavoro a stretto contatto con il ministero dell'Istruzione, quello che la ministra della Famiglia Elena Bonetti sta portando avanti nella fase che precede la riapertura delle scuole. Consapevole che i maggiori problemi sono legati alle infrastrutture, e che in attesa delle risorse messe in campo dall'Europa bisognerà usare soluzioni-ponte il più possibile efficaci, la ministra non nasconde le sue priorità: i bambini e le donne vanno messi al centro.

Ministra Bonetti, molte delle difficoltà legate all'apertura delle scuole ricadranno sulle famiglie, siamo preparati?

«Intanto vorrei dire che c'è piena consapevolezza del ruolo fondamentale che le famiglie hanno svolto durante la fase più dura del lockdown e che hanno continuato a svolgere fino a oggi nel percorso educativo. Ora è importante che ci sia chiarezza nell'informazione: appena ricevute le linee guida da parte dei ministeri dell'Istruzione e della Sanità il nostro ministero si è subito attivato per far in modo che le

famiglie abbiano strumenti per affrontare l'apertura delle scuole nella maggiore serenità».

Con la ministra Azzolina vi siete coordinate?

«Abbiamo ambiti di competenza vicini e abbiamo collaborato, non solo in questa fase, ma anche nella fase di costituzione dei centri estivi, che è stata coordinata dal mio ministero. La questione delle infrastrutture è centrale: penso all'arredo scolastico e all'uso di mascherine là dove non è possibile il distanziamento, certo se avessimo avuto un'edilizia scolastica all'altezza oggi saremmo in una condizione migliore. Abbiamo davanti una sfida importante: nei mesi che ci aspettano dobbiamo pensare a una riqualificazione non solo sul fronte della sicurezza, ma all'ideazione di luoghi educanti. Per farlo dovremo utilizzare il Recovery Fund, il Mes, tutti gli strumenti a disposizione».

Risorse che ancora non sono state liberate. Come gestire la transizione?

«È stato fatto un grande lavoro di coordinamento con il territorio, in molti casi sindaci e dirigenti scolastici hanno disposto di riqualificare nuovi spazi, alcuni lavori sono stati già fatti, le sinergie sul territorio sono state forti e generose».

Che aiuto si possono aspettare le famiglie con bambini in quarantena?

«I genitori avranno diritto a un congedo retribuito, stiamo già preparando la norma: ho parlato con i ministri Gualtieri e Catalfo per le coperture. E poi dovremo velocizzare i tamponi con percorsi dedicati».

Tamponi a tappeto per tutti?

Questa era la proposta di Matteo Renzi e Italia Viva, ma non è stata considerata. Ho proposto di offrire un riferimento di personale sanitario non solo alle famiglie, attraverso il pediatra di base, ma di far sì che per le scuole ci sia un personale dedicato e percorsi veloci per effettuare tamponi a bambini con sospetto di contagio. Non si faranno a tappeto, ma là dove ci sono criticità».

C'è poi il problema dei bambini più fragili. Che fare?

«Quei bambini e le loro famiglie sono stati i più colpiti dalla solitudine con la chiusura dei supporti loro dedicati. Ora i supporti sono riaperti. La prima cosa, di nuovo, è sostenere economicamente spazi e occasioni, in modo che gli aiuti arrivino facilmente alle famiglie».

Ministra, le donne in questo momento corrono i rischi maggiori. Soluzioni?

«A questo proposito abbiamo inserito nel Family Act la riforma dei congedi parentali, introducendo meccanismi di premialità per la condivisione dei congedi, azioni integrate per facilitare il rientro al lavoro dopo la maternità, decontribuzione del lavoro femminile, incentivi all'imprenditoria femminile, formazione nei nuovi settori della tecnologia, del digitale e delle Stem. Sulla scorta dell'esempio francese, inoltre, stiamo pensando a un sistema di decontribuzione del lavoro domestico». —