«Serve che i giovani siano stimolati anche dall’ambiente Così si sviluppano le loro capacità»
Il caso di Caivano
Fulvio Bufi
NAPOLI All’istituto tecnico e alberghiero Morano la scuola è aperta anche il pomeriggio e anche in estate. E oltre a studiare si fa teatro, musica e molto altro. Perché al Parco Verde di Caivano, una delle zone più disagiate dell’intera provincia napoletana, oltre che una piazza di spaccio all’altezza di quelle famose di Scampia, i ragazzi non hanno nient’altro che la scuola. Dove hanno trovato una dirigente che sa stare dalla loro parte con intelligenza e rigore.
Eugenia Carfora fa moltissimo per i suoi studenti. Cose concrete, come trovare posti di lavoro dopo il diploma, e di fronte all’indagine Ocse avvia un ragionamento che prova a volare più in alto della contrapposizione tra Nord acculturato e Sud arretrato.
«Io non mi indigno né mi sconvolgo di fronte a questi risultati. Per sviluppare capacità di lettura bisogna essere stimolati anche dall’ambiente in cui si vive, e in certe zone del Meridione gli studenti intorno trovano davvero poco di stimolante». A volte, aggiunge, nemmeno a scuola. «Certo, perché la scuola non deve solo insegnare a leggere, deve educare alla bellezza della lettura. E spesso non si fa. Se io entro in classe e dico: “Per domani dovete leggere il tale libro da questa pagina a quest’altra” che cosa posso ottenere? Niente. La lettura non può essere in alcun modo una imposizione. Le imposizioni vengono respinte, la lettura deve essere accolta e goduta».
Lei una idea per coinvolgere i ragazzi ce l’ha, e nella sua scuola la mette in pratica già da tempo. «Io non credo che leggere debba significare leggere libri importanti. Chi lo ha detto? Io ai miei ragazzi chiedo di raccontarsi, di parlare di loro, di scriverne. E poi di rileggere. Vengono fuori pagine straordinarie perché sono piene di vita vera, di sogni, di speranze. Anche di dolore. E ho capito che studenti come quelli che frequentano l’istituto che dirigo hanno bisogno di raccontarsi e hanno voglia di leggersi. È così che noi proviamo a stimolarli e educarli ala lettura. Che resta una cosa talmente bella che quando la si è acquisita, poi non si smette più. Ci si arriva sempre ai libri dei grandi autori, ma i primi passi devono essere interessanti. Tutto sta a capire che cosa interessa davvero ai ragazzi».
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