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Scuole di specializzazione di Medicina, il pasticcio del test tiene bloccati 15 mila vincitori

L’annullamento di una domanda mal formulata ha scatenato una pioggia di ricorsi. E il Consiglio di Stato ha imposto al ministero di sospendere le assegnazioni dei posti

05/12/2020
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Corriere della sera

Orsola Riva

In questi mesi di emergenza sanitaria si sono ritrovati sulla linea del fuoco nei reparti ospedalieri riconvertiti per curare i pazienti Covid . E lo saranno ancora per un bel po’, visto che il ministro Roberto Speranza conta anche sui giovani specializzandi per la campagna vaccinale che partirà col nuovo anno e andrà avanti per mesi. Ma i rincalzi che dovevano essere arrivati già quasi due mesi fa, per ora sono fermi ai nastri di partenza per colpa dell’ennesimo pasticcio (ricordate il test annullato nel 2014?) durante la prova d’accesso dello scorso 22 settembre: quasi 15 mila posti in palio (14.455) per altrettanti giovani medici. Tutta colpa di una domanda imprecisa del test, la numero 87, che è stata annullata perché la radiografia allegata al quesito non corrispondeva alla situazione clinica descritta (il testo parlava di una frattura del femore sinistro, l’immagine sembrerebbe di un femore destro) .

L’imbuto formativo

Risultato: consueta pioggia di ricorsi al Tar che stanno tenendo in ostaggio da settimane gli specializzandi. Di rinvio in rinvio il ministero dell’università appena tre giorni fa aveva aggiornato il «cronoprogramma» promettendo l’assegnazione dei posti entro giovedì 3 dicembre. Ma ieri sera, allo scadere dei termini, è arrivata l’ennesima doccia fredda: il Consiglio di stato ha imposto al ministero di bloccare ogni procedura in attesa della camera di consiglio del prossimo 15 dicembre: solo allora potrà essere pubblicata la graduatoria definitiva dei vincitori. E dire che, anche in considerazione dell’emergenza sanitaria in corso e della penuria di medici in corsia, il ministro Gaetano Manfredi era riuscito a spuntare per quest’anno 5 mila posti in più del solito: un traguardo importante visto che ogni anno, proprio a causa dell’imbuto dei posti nelle scuole di specializzazione (contingentati in quanto pagati dallo Stato), migliaia di neo laureati restano tagliati fuori dagli ospedali, perdendo tempo utile per sé e per gli altri.


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