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ScuolaOggi-AI DIRIGENTI SCOLASTICI AUGURI E STRIGLIATA

AI DIRIGENTI SCOLASTICI AUGURI E STRIGLIATA E nel sacco degli auguri, solo carbone. Così i direttore scolastico regionale per la Lombardia Mario Dutto ai dirigenti scolastici delle scuo...

21/12/2003
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ScuolaOggi

AI DIRIGENTI SCOLASTICI AUGURI E STRIGLIATA
E nel sacco degli auguri, solo carbone. Così i direttore scolastico regionale per la Lombardia Mario Dutto ai dirigenti scolastici delle scuole medie ed elementari in una lettera in cui contesta loro il fatto di aver trasmesso "burocraticamente" la valanga di nozioni e proteste votate dai collegi dei docenti contro il decreto attuativo della riforma. E dopo la tirata d'orecchi Dutto "aggiorna" i suoi dirigenti su quel che devono fare nel prossimo futuro. Dando per scontato che ci sia una irforma che in realtà è ancora tutta da definire. In realtà con questo intervento il direttore scolastico lombardo sembra accodarsi al sempre più ristretto, ma sempre più ostinato di quelli che beniamino Brocca, l'ex sottosegretario oggi responsabile scuola udc definisce "talebani" della riforma che da mesi danno per scontato l'avvio del rinnovamento il prossimo anno scolastico. Può darsi che ciò avvenga, ma ancora non si sa come. Perché non si sa che tipo di decreto verrà approvato. . Dunque che cosa rimprovera Dutto ai dirigenti scolastici? Vede in loro un atteggiamento burocratico nell'adempimento della funzione e la rinuncia quindi a svolgere "un ruolo dirigenziale più incisivo nella progettazione del cambiamento e più deciso nel cogliere nelle inovazioni normative altrettante opportunità per un miglioramento della qualità del servizio offerto". Allora ci sembra necessario ricordare a Dutto innanzitutto il fatto che i dirigenti scolastici hanno inviato al Direttore regionale i documenti prodotti da Collegi docenti o addirittura Consigli di Istituto è innanzi tutto un atto dovuto. Si tratta pur sempre, fino a quando non cambierà anche la normativa a riguardo, degli organi di gestione della scuola, non di organismi sindacali o di categoria. In secondo luogo non è quasi mai un atto burocratico: spesso vuol essere un segnale, la spia di una situazione, il voler rappresentare al responsabile scolastico della Regione cosa pensano e cosa dicono gli operatori della scuola e le istituzioni scolastiche autonome su quanto sta avvenendo. Dutto non può non vedere questo aspetto di espressione democratica di opinioni su temi che riguardano il possibile cambiamento della scuola. Ci aembra poi necessario osservare che quando in un recente passato fu affrontata la riforma dei cicli scolastici vi fu un forte coinvolgimento del mondo della scuola sul tema dei curricoli ma anche delle forme organizzative, con gruppi di lavoro e consultazioni estese. Con la Moratti tutto questo non c'è stato, almeno in quei termini. I processi di riforma sono partiti dall'alto, con un procedimento verticistico e a cascata. Si vuole allora arrivati a questo punto che i dirigenti scolastici di farsi promotori e propagandisti dei contenuti della riforma (contenuti peraltro elaborati da un gruppo ristretto, per definizione, di accademici)? Il progetto di riforma, è arcinoto, ha sollevato non poche perplessità e riserve. E queste perplessità e riserve si sono espresse, sin dal giungo scorso, in tute le occasioni, nelle varie riunioni e Conferenze di servizio. Non si vede perché, a questo proposito, i dirigenti scolastici non possano dire la loro, esprimere dubbi, opinioni diverse, e debbano invece "condividere" per forza i contenuti di una riforma da più parti messi in discussione. In fondo i dirigenti scolastici non hanno espresso opinioni molto diverse da quelle rappresentate da altri vari organismi quali ad esempio l'ANCI, associazioni professionali come il CIDI, il Consiglio Universitario Nazionale e, ultimo ma non meno importante, il CNPI. Non sono tutti pericolosi "comunisti" che contrastano per principio tutto quello che viene proposto. Sono entrati nel merito delle questioni, con pareri, proposte, suggerimenti. In una fase in cui la riforma non è compiutamente legge e il decreto attuativo resta uno schema, non si vede proprio perché non debba esserci tutta questa libertà di espressione e proposizione. Una volta che il decreto sarà legge i dirigenti scolastici saranno i primi ad applcarlo, nelle modalità più corrette, come per ogni legge dello Stato. Perché sono innanzi tutto dirigenti e funzionari dello Stato, non del governo. E tale dovrebbe essere Mario Dutto per quel che gli compete.


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