FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3923283
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Scuola, via la norma del 5 per mille

Scuola, via la norma del 5 per mille

Il governo stralcia l’articolo delle polemiche, soddisfatto il mondo del volontariato: “Salvi i nostri fondi” Sì all’assunzione dei 100 mila precari, premi ai prof e detrazioni per le rette delle paritarie. Oggi il voto finale

20/05/2015
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Corrado Zunino

Dopo i nove “sì” di lunedì scorso alla “Buona scuola”, ieri ne sono arrivati altri dieci. Alla Camera, entro le 23. Per gli ultimi otto articoli del disegno di legge più contestato dell’era Renzi è necessaria una maratona notturna. Il voto finale è previsto oggi, alle 13.

Il passaggio più importante del secondo giorno di Camera del Ddl 2294 è la decisione partorita in seno alle due anime del Pd, rivendicata dal Movimento 5 stelle e da Sel, applaudita dagli studenti, di togliere di mezzo il 5 per mille, ovvero la possibilità di ogni cittadino di versare a un singolo istituto scolastico un’aliquota sul lordo della sua dichiarazione dei redditi. Era stato il Terzo settore, con Repubblica , a sollevare la questione: il 5 per mille scolastico, così com’era stato pensato, rischiava di sottrarre risorse al mondo del no profit. Si è pensato di scrivere meglio l’articolo, ma poi, visto che le contestazioni al testo erano ampie e trasversali, il Pd di governo ha voluto dare un segnale al Pd minoritario ritirando l’articolo. Nicolò Contucci, direttore generale Airc, è sollevato: «La legge che si stava approvando era confusa, lo stralcio ha tolto un problema». Il 5 per mille sulla scuola potrebbe essere riproposto in Finanziaria.
Gli altri articoli sono passati alla Camera così come li aveva incardinati la Commissione cultura e come ha voluto la maggioranza. Con il 19 (331 sì, 78 no) si sono introdotte detrazioni fino a 400 euro l’anno sulla retta di ogni studente che frequenta una scuola paritaria, dall’asilo alle superiori. L’articolo 13 porta nella scuola pubblica italiana i premi ai docenti migliori: 200 milioni l’anno. Il ministro Stefania Giannini dice che con questi soldi si potranno trattenere gli insegnanti più impegnati «soprattutto nelle scuole del Sud». Tutto il comparto 10 — le assunzioni — è passato a tarda ora: 101.701 assunti subito, concorso per 60 mila nel 2016, idonei 2012 dentro tra un anno, abilitati Tfa, Pas ed ex Siss accreditati di un punteggio per il prossimo bando. Con l’articolo 12 sono passati i 500 euro l’anno a maestri e prof per libri e teatro. Poi, non si potranno fare più supplenze oltre i tre anni a partire dall’approvazione della legge. “Sì” al portale unico dei dati della scuola e allo “school bonus”: ogni privato potrà finanziare un istituto. Sono passate anche le otto deleghe: il governo deciderà in solitudine su testo unico, autonomia, convitti, riordino classi, disabilità, istituti professionali, governance, asili.
Fuori dall’aula, ma anche a Milano e Crotone, sit-in degli avversari della Buona scuola. Lunedì il ministro incontrerà i sindacati. Il premier Renzi: «Sapevo della rivolta degli insegnanti, ma non mi sono fermato». Enrico Letta: «Alla Camera la riforma si è un po’ raddrizzata».