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Scuola, verso la fiducia Renzi:decide il Senato Altolà della sinistra Pd

Speranza: “La riforma va condivisa o diventa una sconfitta” Pronto il maxiemendamento del governo con 103 mila assunti

23/06/2015
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la Repubblica

FRANCESCO BEI CORRADO ZUNINO

ROMA . «Deciderà il Parlamento». Senza sbilanciarsi sulla questione di fiducia, Matteo Renzi implicitamente lascia intendere che la strada è ormai tracciata: «È del tutto evidente che se la riforma passa ci saranno 100 mila assunzioni, se la riforma non passa o non passa in tempo le assunzioni saranno quelle del turn over, che sono circa 20-22mila persone». È questa la strategia di Palazzo Chigi, rovesciare sulle opposizioni e sulla minoranza interna del Pd la responsabilità delle mancate assunzioni dei precari. E della fiducia. «La fiducia — osserva infatti il ministro Stefania Giannini — dipenderà dalle risposte delle opposizioni rispetto al ritiro dei tanti emendamenti». Il premier ribadisce l’impostazione degli ultimi giorni: «Con la riforma del governo cambia il modello di scuola, con l’introduzione dell’organico funzionale e quindi la possibilità di avere più professori. Se rimane il sistema di oggi non si possono assumere i 100mila professori ».
Si è arrivati comunque allo show down finale, visto che stamattina ci sarà la riunione decisiva della commissione cultura di Palazzo Madama, quella in cui i relatori presenteranno l’emendamento al testo base su cui si è lavorato fino all’ultimo. Ieri sera, dalle 19 alle 23 riunione tecnica tra il ministero dell’Istruzione, i relatori e gli esponenti del Pd più vicini all’argomento. Si è iniziato a perfezionare il testo per cercare di trovare un accordo (difficile) con le opposizioni e in particolare con i due dem dissidenti: Walter Tocci e Corradino Mineo. Il ddl, di fronte a un mancato accordo in commissione, diventerà il maxi-emendamento che dovrebbe essere presentato giovedì prossimo in aula al Senato dal ministro Boschi. E su quello sarà apposta la fiducia. Nell’ultima versione che circolava ieri notte ci sono alcune novità di rilievo. Sul piano delle assunzioni i relatori hanno reinserito nel piano “primo settembre” gli idonei del concorso 2012, che la Camera aveva rimandato al 2016. Il numero delle stabilizzazioni totali sale da 101.701 a 103.000, ma le Graduatorie di prima fascia non saranno svuotate. Saranno tutti assunti giuridicamente anche se, visto il protrarsi dei tempi, alcuni entreranno in ruolo soltanto nel corso dell’anno accademico 2015-2016. Per i supplenti che hanno insegnato per più di 36 mesi, anche non continuativi, e oggi sono in seconda e terza fascia, ci sarà un punteggio aggiuntivo per il concorso 2016 (via la quota di riserva del 50 per cento). Si torna al testo della Camera sul mandato dei presidi: nessun vincolo, la continuità didattica necessità di un preside con più mandati. Il Comitato di valutazione sarà composto da sette membri: il preside, quattro insegnanti (prima erano due) insediati metà dal Consiglio d’istituto, metà dal collegio docenti. Restano nel comitato i genitori e gli studenti, con pieni poteri. Si è messo un tetto allo “school bonus”, le donazioni private, di 100 mila euro.
Un altolà alla fiducia arriva da Roberto Speranza, leader dell’area bersaniana: «Sarebbe una sconfitta per il Parlamento». Le opposizioni non danno segno di arretramento, prefigurando un braccio di ferro al Senato: «Renzi è alla disperata ricerca di un capro espiatorio per giustificare la decisione di far saltare le assunzioni dei precari pur di portare a casa a colpi di fiducia l’intera riforma della scuola», sostengono i senatori del M5s. Sel parla di un «ricatto ignobile e indecente» da parte del governo.

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