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Scuola, sui Dsga tante imprecisioni da Sergio Rizzo

Sinopoli (Flc) replica a un articolo apparso su "Affari e Finanza": la procedura riservata a chi negli anni ha garantito il servizio senza riconoscimenti professionali ed economici non produrrà nessuno scavalcamento dei vincitori del concorso ordinario.

24/10/2019
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Il 21 ottobre Sergio Rizzo pubblica un articolo su “Affari e Finanza”, supplemento economico di Repubblica nel quale interviene sull'imminente concorso per i Dsga nelle scuole (i Direttori dei servizi generali e amministrativi), sostenendo che i vincitori sarebbero scavalcati dagli assistenti amministrativi facenti funzione che per anni hanno sopperito alla carenza in organico di queste figure professionali nelle scuole e per i quali grazie a un accordo con il premier Conte è stata prevista una procedura specifica. Una lettura che contiene molte imprecisioni, segnalate in una replica inviata al giornale romano del segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, che però il quotidiano non ha ritenuto di dover pubblicare. Di seguito il testo della lettera. 

Gentile Direttore,
le chiediamo ospitalità per brevi precisazioni circa l’articolo di Sergio Rizzo apparso sul supplemento “Affari e Finanza” del 21 ottobre 2019 a proposito del concorso dei Direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) della scuola e della procedura riservata a beneficio dei cosiddetti “facenti funzione” di Dsga. Per completezza di informazione aggiungiamo che i vincitori del concorso non saranno scavalcati dai facenti funzione poiché questi ultimi, selezionati attraverso un concorso riservato, saranno collocati in coda alla graduatoria del concorso ordinario, come risulta chiaramente dall’Intesa Miur-Sindacati Scuola del 1° ottobre scorso. Inoltre, è opportuno sapere che i facenti funzione non sono privi di merito e di titoli per aspirare al posto di Dsga. Infatti, per partecipare al concorso riservato gli aspiranti devono aver prestato almeno tre anni di servizio come facenti funzione, esperienza che a volte va ben oltre i dieci anni e, anno dopo anno, devono essere ritenuti idonei – dall’amministrazione e dai revisori dei conti che verificano con visite annuali la qualità del loro lavoro – a svolgere la funzione di Dsga.

In alcuni casi essi sono costretti ad accettare l’incarico, pena una sanzione in caso di rifiuto, e ciò perché per circa venti anni (dal 2000, da quando cioè esiste la figura del Dsga) il Miur non ha mai bandito il concorso preferendo ricorrere ai cosiddetti assistenti amministrativi facenti funzione di Dsga, talora sfruttandoli poiché l’indennità a loro dovuta per questo incarico superiore il più delle volte non è stata corrisposta.

Abbiamo costantemente, in questi lunghi venti anni, sollecitato il ministero a bandire il concorso, perché questa è la strada maestra per fare largo ai giovani. Ma il Miur non ha voluto ascoltarci. Al contrario ha preferito lucrare qualche risparmio, generando inevitabilmente legittime aspirazioni a un riconoscimento per il lavoro svolto o la richiesta di partecipare a una selezione riservata (ma comunque selezione!), come peraltro prevedono leggi ordinarie. Sgombrato il campo dalle storture create dalle inerzie governative, si indìcano ora regolari concorsi ordinari ogni due anni. E non se ne facciano passare altri venti.


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