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Scuola, sui 2,4 milioni di banchi promessi ne mancano 900mila

Sembrano lontani anni luce i tempi in cui il problema principale della scuola erano i banchi in funzione anti-Covid.

27/10/2020
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Il Sole 24 Ore

Giovanna Mancini

Sembrano lontani anni luce i tempi in cui il problema principale della scuola erano i banchi in funzione anti-Covid. Circa 2 milioni di scrivanie monoposto e 400mila sedute innovative (con le rotelle) che nelle intenzioni del commissario all’emergenza Domenico Arcuri sarebbero dovuti arrivare entro fine ottobre, per garantire il distanziamento tra gli studenti durante le lezioni in aula, e che tante polemiche hanno suscitato nei mesi scorsi, per le modalità del bando per la loro fornitura.

Oggi il tema principale, per le scuole, è scongiurarne la chiusura. Ma sarebbe sbagliato liquidare il tema dei banchi come irrilevante, fa notare Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp): tutte le misure di sicurezza per contenere il contagio sono importanti e utili all’obiettivo di continuare le lezioni in presenza.

Venerdì scorso, tuttavia, secondo quanto riferito al Sole 24 Ore dall’ufficio del commissario, risultavano consegnati 1,5 milioni di pezzi, tra banchi tradizionali monoposto e sedute innovative. Difficile che entro fine mese si possa arrivare al traguardo auspicato. La priorità nelle consegne, spiegano dall’ufficio di Arcuri, è stata data alle scuole (in particolare le primarie) in cui l’arrivo o meno dei banchi avrebbe fatto la differenza per garantire il distanziamento tra gli alunni. «Sono stati coperti i fabbisogni di tutte le scuole per le quali gli arredi servono a garantire il distanziamento – spiegano i collaboratori del commissario –. A partire dal 1° settembre, in sei settimane è stato consegnato un volume di arredi pari alla produzione italiana di sette anni e mezzo, considerando che la media è di 200mila banchi l’anno». Nelle ultime due settimane si è registrato un lieve rallentamento nel ritmo delle forniture, dovuto soprattutto al fatto che i trasportatori hanno trovato in alcuni casi le scuole chiuse causa Covid, oppure per disposizione regionale, come nel caso della Campania.

Le criticità principali, secondo l’ufficio del commissario, sono state in parte nella produzione, perché l’elevata mole di lavoro ha messo sotto pressione la fornitura di materie prime. Ma soprattutto nella logistica, tanto che la stessa struttura commissariale è intervenuta in alcuni casi, appoggiandosi al proprio canale distributivo. «Questa operazione è un pezzo dell’apertura in sicurezza delle scuole, che finora sta funzionando – dicono dall’ufficio di Arcuri –. Se si guarda alle percentuali di contagio in Italia, tra gli studenti è lo 0,15%, tra i docenti lo 0,32%, tra i non docenti lo 0,28%, a fronte di una media nazionale dello 0,7%» (i dati sono riferiti a venerdì 23 ottobre).

Intanto nelle aziende incaricate della produzione e della consegna dei banchi (11 in totale, di cui sei tramite bando e cinque per affidamento diretto, quattro delle quali estere) il lavoro prosegue senza tregua, per arrivare in tempo con le consegne ed evitare le penali. «Facciamo una media di 3.500 banchi al giorno – spiega Nicola Forzato, incaricato per le relazioni esterne di Mobilferro, azienda di Rovigo specializzata in arredo per ufficio e per istituti scolastici, capofila dell’Associazione temporanea di sette imprese associate a FederlegnoArredo-Assufficio vincitrici del bando Arcuri con un lotto complessivo di 500mila banchi monoposto –. Come Mobilferro abbiamo una commessa di quasi 190mila banchi: stiamo chiudendo il cerchio, prevediamo di farcela entro il 31 ottobre, anche se è durissima». L’azienda ha aumentato l’operatività degli impianti produttivi, tre in tutta la provincia, e organizzando il lavoro dei dipendenti su due turni, per un totale giornaliero di 16 ore di lavoro. Doppi turni anche per la Camillo Sirianni di Soveria Mannelli (Catanzaro), che arriva a produrre 2.000-2.500 banchi al giorno.

Sono le attività di logistica e consegna quelle che presentano le maggiori criticità, dicono le imprese. «Dopo qualche difficoltà iniziale per mettere la macchina a regime, le aziende hanno recuperato bene e stanno consegnando secondo i programmi», spiega Gianfranco Marinelli, presidente di Assufficio, l’associazione industriale a cui aderiscono, oltre alle imprese dell’Ati, anche altre aziende vincitrici del bando Arcuri. L’Associazione, lo scorso luglio, aveva sollevato alcune perplessità sul bando, ritenendo i quantitativi richiesti, i tempi previsti e i requisiti per la partecipazione inadeguati rispetto alla realtà industriale italiana del settore, fatta di poche aziende, molto piccole. Ma le imprese hanno trovato le soluzioni: «Dal punto di vista produttivo gli imprenditori non segnalano particolari problemi. Le difficoltà sono legate semmai alle operazioni di consegna – prosegue Marinelli –. Spesso le destinazioni dei banchi vengono cambiate all’ultimo momento e questo crea difficoltà logistiche e ritardi. Inoltre a volte le scuole sono chiuse». Un problema comunque risolvibile, spiega Emidio Salvatorelli, titolare della Vastarredo di Vasto (Chieti): «Ci siamo organizzati con due depositi a Catania e Bari e alcune società di service – spiega –. Se i banchi vengono mandati indietro, perché la misura non va bene o perché non servono più, li portiamo altrove, in base alle indicazioni del commissario».


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