FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3959490
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Scuola, scontro nella maggioranza. Il Pd non firma l’appello a Conte per la riapertura

Scuola, scontro nella maggioranza. Il Pd non firma l’appello a Conte per la riapertura

L’appello a mettere al centro del nuovo Decreto le esigenze degli studenti: serve un nuovo Piano scuola con tempi certi e azioni concordate con tutti gli attori istituzionali. La ministra Azzolina domani vede i sindaci delle 10 città metropolitane

25/11/2020
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Valentina Santarpia

Scontro nella maggioranza sulla lettera che i senatori della commissione Istruzione al Senato hanno voluto inviare al presidente del Consiglio e al governo per chiedere la riapertura delle scuole a dicembre. L’accordo, trovato in Senato, e che sembrava scontato anche tra i membri della commissione Istruzione alla Camera, non è stato trovato, sembra per uno stop del Pd. In particolare, sarebbe stato il ministro Dario Franceschini a bloccare l’invio della lettera dei deputati, sostenendo che le attività possono riaprire gradualmente, ma non le scuole. Ma in cosa consiste l’appello? «In un momento di grave crisi come questo non si perda di vista il fatto che la ripresa e la resilienza del nostro Paese passino inesorabilmente dalla formazione delle nuove generazioni che oggi frequentano le scuole per lo più in modalità a distanza, con gravi conseguenze sull’incremento delle percentuali di dispersione scolastica già superiore alla media europea»: è questo uno dei passaggi cruciali della lettera appello he i senatori rivolgono a Conte. Una richiesta che nasce «in vista dell’imminente scadenza del DPCM 3 novembre 2020» e in attesa del nuovo DPCM, su cui fioccano le indiscrezioni. Nonostante le rassicurazioni del premier e della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, non sembra ci siano ancora elementi chiari per capire se le scuole riapriranno integralmente, per effetto del nuovo provvedimento: «In questo momento- rilevano i senatori Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Danila De Lucia, Laura Bianca Granato, Albert Laniece, Michela Montevecchi, Riccardo Nencini, Roberto Rampi, Daniela Sbrollini, Orietta Vanin, Francesco Verducci- urge un nuovo Piano scuola sotto la supervisione della presidenza del Consiglio dei ministri con tempi certi e azioni concordate con tutti gli attori istituzionali statali e territoriali mirate al superamento delle criticità che hanno determinato la chiusura delle scuole». Una lettera simile era già pronta, firmata dai deputati della commissione Istruzione a Montecitorio, ma poi è stata bloccata: «Non possiamo che condividere la necessità di impegnarci in uno sforzo comune per scongiurare il prolungamento ulteriore della didattica digitale integrata per le studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, che ogni giorno chiedono a gran voce di ritornare tra i banchi di scuola», scrivevano i deputati., sottolineando a Conte che «il permanere della chiusura delle scuole non rende giustizia al grande lavoro svolto dalla comunità scolastica che, incessantemente con innumerevoli sforzi, si è preparata per riportare a scuola i discenti, garantendo elevati standard di sicurezza». Ma questo testo non è mai stato ufficializzato, non condiviso da parte della maggioranza.

La posizione del governo

I senatori confidano nella «sensibilità e nell’attenzione lungimirante» di Conte nei confronti del futuro del nostro Paese: l’obiettivo è trasmettere il messaggio che si dia la «priorità assoluta» al buon funzionamento delle scuole in sicurezza, in presenza e in continuità. Al loro appello si aggiunge quello di ventinove tra deputati e senatori, appartenenti a schieramenti e partiti diversi, riuniti nell’Intergruppo parlamentare per il contrasto alla povertà minorile, che identificano nella chiusura delle scuole un «grave danno soprattutto per i bambini e i ragazzi che vivono in condizioni di povertà e disagio socio economico, per i quali - scrivono - la scuola è l’unico approdo sicuro specie in questo periodo di gravissima difficoltà a causa proprio della pandemia di Covid-19». Ma qual è la posizione del governo? «Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale. Stiamo lavorando per questo», ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ospite di «Otto e mezzo» su La7. La ministra Lucia Azzolina, insieme con il collega di governo Alfonso Bonafede, spinge per la riapertura, così come auspicato dal Comitato Tecnico Scientifico che paventa «danni gravi per i ragazzi». Proprio per capire se ci sono le condizioni, domani (mercoledì) la ministra ha convocato i sindaci delle 10 città metropolitane, che rappresentano un terzo della popolazione italiana, oltre 21 milioni di abitanti. L’obiettivo dell’incontro tra Azzolina e i sindaci delle grandi aree urbane sarà la riapertura della scuole in generale, con attenzione a come tornare in classe e a come mantenere aperta il più possibile la scuola.«Le scuole devono, non possono, ma devono, restare aperte», sono state le parole del responsabile del Cts Agostino Miozzo, che ha sottolineato che se «avremo momenti analoghi all’estate l’evoluzione dell’epidemia porterà a dati simili o addirittura peggiori di quelli attuali. Significa che le scuole rischiano di restare chiuse altre settimane». Anche la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, ha segnalato come «un errore mettere la didattica al 100% a distanza per le scuole secondarie di secondo grado». Ma la vice ministra Ascani gela Conte: «Inutile riaprire la scuola prima di Natale se poi dobbiamo richiuderla».

Le decisioni territoriali

Ma non tutte le regioni sembrano essere pronte al ritorno alla normalità negli istituti. Da mercoledì però torneranno aperte le porte di asili e prime elementari in Campania, così come in Calabria dove il Tar ha sospeso l’ordinanza regionale con cui il presidente facente funzione della Regione, Nino Spirli’, aveva disposto, dal 16 al 28 novembre, la sospensione della didattica anche delle scuole materne, elementari e prime medie. Ma restano comunque in vigore le ordinanze dei sindaci e, dunque, in molti comuni (come per esempio Catanzaro o Pomigliano d’Arco) la didattica resterà ancora sospesa, in attesa di ulteriori miglioramenti nella curva dei contagi. Decisioni simili sono state prese da tanti altri primi cittadini italiani, dal Nord al Sud, a conferma che la situazione sia tutt’altro che stabile e priva di preoccupazioni.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL