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Scuola, scontro frontale tra governo e sindacati “Bloccheremo gli scrutini”

A Palazzo Chigi rottura su scatti di merito e stipendi congelati L’esecutivo: “Non potete danneggiare otto milioni di famiglie”

13/05/2015
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la Repubblica

Corrado Zunino

Si esce dall’incontro sulla scuola con un altro scontro, e il sindacato ora — non più solo la Gilda — annuncia: «Blocchiamo gli scrutini». Il governo replica: «Vediamo se avete il coraggio di fronte a otto milioni di famiglie». Si minaccia ancora, sulla scuola, una settimana dopo lo scioperone nazionale. Tre ore di parole, ieri a Palazzo Chigi. Venti tra sindacalisti, per quindici sigle, e associazioni presidi e docenti e genitori intorno al tavolo. I segretari generali a parlare, quelli dedicati alla scuola a soffiare indignazione alle spalle: «I docenti inizieranno il boicottaggio dai libri, non sceglieranno quelli per l’anno prossimo». Quattro i ministri al tavolo: Giannini (Istruzione), Boschi (Riforme), Madia (Pubblica amministrazione), Del Rio (Infrastrutture) più il sottosegretario alla presidenza, Claudio De Vincenti.
La Cisl tratta sul serio, e sembra convinta di poter aprire nuovi varchi. Sulle regole da scrivere insieme — sindacati e ministero — a proposito dei 200 milioni in premio ai docenti migliori. La Cgil vorrebbe girarli alle scuole del Sud, tout court. Si discute, ancora, sulla composizione della commissione di valutazione: il governo vorrebbe dare responsabilità a studenti e genitori, tutti i sindacati studenti e genitori non li vogliono vedere, meglio lasciare la valutazione «a persone competenti». Si tratta sul bacino territoriale, da cui il preside dovrebbe prelevare i nuovi insegnanti: in verità è già stato ristretto in commissione Cultura. I seimila idonei del concorso 2012 entreranno nel 2016: un anno a bagno e poi assunti. I presidi avranno la possibilità di scegliersi dieci collaboratori e aumenti una tantum.
Il premier Matteo Renzi la mattina a Repubblica Tvaveva detto: «Non possiamo assumere tutti e quattrocentomila i precari, la scuola non può diventare l’ammortizzatore sociale degli insegnanti e non faremo un decreto legge solo sulle assunzioni». Nel pomeriggio, proseguendo la controffensiva espositiva, ha poi scritto su Twitter: «Nei prossimi giorni faremo un #matteorisponde». Sui “400 mila precari fuori” la responsabile Pd, Francesca Puglisi, dice: «I primi 160 mila entreranno tra il 2015 e il 2016, altri 166 mila abilitati di tutte e tre le fasce potranno partecipare a concorsi, a partire dal 2016, con cadenza biennale. Altri ancora si abiliteranno con la terza tornata del Tfa già bandita. Chi vuole insegnare a scuola dovrà essere abilitato, chi ha motivazioni può sempre farlo».
Nel corso delle tre ore Susanna Camusso ha detto che in verità non ci sono aperture su rinnovo del contratto, soldi sul merito, un vero piano che stabilizzi negli anni i precari. Annamaria Furlan, appunto Cisl, ha aperto l’intervento così: «Va dato atto che ci sono risorse e che la riforma della scuola può diventare una svolta storica, ma le modifiche approvate in commissione non sono sufficienti». I Cobas hanno attaccato più i confederali del governo: «Siete dei professionisti di questi tavoli», ha detto Piero Bernocchi, che poi ha proposto domenica 7 giugno per una nuova manifestazione unitaria. Il ministro Stefania Giannini si è detta «un po’ positiva»: a giorni convocherà i sindacati della scuola al ministero mentre la riforma domani entra alla Camera. «Crediamo ancora di farcela in un mese», dicono al ministero.

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