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Scuola, rottura tra sindacati e ministra: "Sciopero il 17 marzo"

Le cinque sigle chiedono per i prossimi concorsi per docenti prove più semplici e valutazioni che diano peso agli anni di insegnamento: "I precari ora si fermano". Azzolina: "Servono prove selettive, andiamo avanti"

05/02/2020
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la Repubblica

I sindacati che lo scorso aprile, con un altro governo, avevano appoggiato l'iniziativa di Giuseppe Conte per la scuola e il precariato (l'intervento fermò uno sciopero alla vigilia delle elezioni europee), ora bocciano la ministra Lucia Azzolina, titolare dell'Istruzione del governo Pd-Cinque Stelle. Sul tema dei concorsi. E proclamano uno sciopero degli insegnanti precari: sarà il prossimo 17 marzo.

Lo hanno deciso ieri cinque sindacati della scuola nella riunione delle "segreterie unitarie": Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti. Hanno scritto, firmando insieme: "Sono venute a cadere le ragioni per cui sono state a suo tempo sospese le iniziative di mobilitazione. Il confronto dei giorni scorsi al ministero ha evidenziato una sostanziale indisponibilità al negoziato di questa amministrazione, che ha respinto in larga parte le proposte avanzate dai sindacati sui provvedimenti relativi alle procedure concorsuali. Migliaia di persone attendono risposte concrete e rispettose del loro lavoro".

La questione è la costruzione dei prossimi tre concorsi - nati con il ministro Marco Bussetti, portati a casa da Lorenzo Fioramonti, ora allestiti dalla Azzolina -. La ministra, difendendo la linea tenuta nella precedente legislatura dai Cinque Stelle, nei due giorni di trattativa, 29 e 30 gennaio, ha opposto alle richieste di ammorbidimento delle prove due principi: scritti selettivi e scelte basate sul merito, "i concorsi straordinari, in particolare, non potranno essere una sanatoria".   

I tre prossimi bandi sono, va ricordato: uno straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado (medie e superiori), un ordinario ancora per medie e superiori, quindi il bando per l'infanzia e la primaria.

I punti centrali di rottura della trattativa, che hanno determinato la successiva dichiarazione di sciopero, sono l'assenza - nell'unica prova "salva-precari" - di una banca dati sui testi che potrebbero uscire, ovvero la pre-pubblicazione dei quesiti dello scritto. E' già stato fatto in passato, ma il Miur ha rifiutato la possibilità per il concorso straordinario visto che, in questo caso, non è prevista pre-selezione (presente invece per il bando ordinario): "E' una sola prova scritta selettiva volta ad accertare il possesso da parte dei candidati di specifiche competenze". Argomento di contestazione, poi, è diventata la valutazione della stessa prova scritta, stabilita con 80 quesiti a cui si dovrà rispondere in 80 minuti: il Miur è sceso a 70 domande, ma per i sindacati non è stato sufficiente. Ancora, il ministero vuole far pesare lo scritto per l'ottanta per cento del punteggio totale mentre la controproposta sindacale vorrebbe attribuire alla prova selettiva al massimo 30 punti, alla valutazione dei titoli fino a 70 punti e attribuirne cinque per ogni anno di servizio. Infine, i confederali più Snals e Gilda non accettano il divieto di partecipazione al concorso straordinario per gli specializzati o specializzandi sul sostegno che insegnano in un ordine di scuola diverso dalla secondaria (le superiori, appunto).

La distanze sono chiare: la ministra Azzolina cerca di rendere le prove sinceramente selettive, le organizzazioni sindacati provano a tutelare il maggior numero di docenti precari e la loro esperienza. Il risentimento sui modi dei concorsi - centrale nello scontro - s'inserisce in un quadro che vede il contratto nazionale non rinnovato e, per ora, con simulazioni di aumenti in busta paga decisamente basse. La ministra Azzolina considera sufficienti le indicazioni dei sindacati recepite e ha inviato gli atti dei concorsi al Consiglio superiore della Pubblica amministrazione: "Se i concorsi non partono si rischiano ulteriori vuoti all'inizio della prossima stagione scolastica".  

Lo sciopero del 17 marzo sarà il primo atto di una serie di iniziative di protesta "che si svilupperanno su un arco di tempo lungo". E' possibile che, come accade nella Pasqua del 2019, Giuseppe Conte possa intervenire direttamente per convincere i sindacati a interrompere l'azione.


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