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Scuola, riaprire il 9 dicembre? Il no delle Regioni. «Servirebbe solo per fare la foto di Natale»

Toti: «Abbiamo chiesto di procrastinare al 7 gennaio la riapertura per chi è oggi in didattica a distanza». Il nodo delle scuole medie. Azzolina: per gli esami di Maturità si vedrà se modificarli

28/11/2020
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

«Le regioni unanimamente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza». E’ il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a farsi portavoce delle richieste che i governatori hanno fatto ieri pomeriggio ufficialmente ai ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, in vista del nuovo Dpcm. I ministri hanno preso nota. E’ vero che il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini non era presente e ha fatto sapere che lui vorrebbe «vedere riaperte almeno una parte delle scuole superiori il prima possibile». E che Eugenio Giani, neo eletto in Toscana, ha chiesto che almeno e seconde e terze medie tornino immediatamente in classe».

Il no delle Regioni

Non c’era Nicola Zingaretti a rappresentare il Lazio ma il suo assessore Alessio D’Amato ha detto che «sulla riapertura serve prudenza». Per il resto la riunione tra governo e regioni è stata un susseguirsi di no alla proposta che aveva fatto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, riaprire il 9 dicembre magari in modo graduale, c’è chi dice «simbolico» portando in classe almeno una piccola parte degli studenti. Luca Zaia è stato durissimo: «Penso che sia rischioso aprire per chiudere subito dopo, si apre per una manciata di giorni, val la pena di rischiare per fare un flash pre natalizio?». Non solo, ha aggiunto che «è una favole che i contagi non avvengono nelle scuole. I ragazzi sono i peggiori untori in famiglia». Il vice di Vincenzo De Luca Fulvio Bonavitacola ha attaccato il coordinatore del Cts Agostino Miozzo «che ci viene a fare la lezioncina sul diritto allo studio, forse si è pentito del documento del Cts di quest’estate?» Che non si debba aprire lo hanno ribadito anche il presidente del Piemonte Alberto Cirio, seguito dai colleghi di Abruzzo e Sardegna.

E la Maturità?

Persino il commissario Domenico Arcuri ha lanciato la palla più avanti: della riapertura c’è tempo «per discutere nelle prossime settimane», ha detto, lasciando intendere che non è una priorità di questo dpcm. Intanto la ministra Lucia Azzolina ha risposto agli studenti che le chiedevano che cosa succederà con gli esami di Maturità e di terza media: si faranno dimezzati come lo scorso anno? Per ora non sono state prese decisioni e molto dipenderà da che cosa succederà a gennaio, se davvero si tornerà a scuola il 7.


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