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Scuola, per il Cdm la stabilizzazione dei precari è "salvo intese"

I percorsi abilitanti speciali restano nel limbo: il Decreto per ora non va in Gazzetta ufficiale e ci sono venti giorni di tempo per riscriverlo, modificarlo, aggiungere passaggi e toglierne. Sono 79mila i supplenti interessati dal provvedimento

08/08/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

In un Consiglio dei ministri – martedì 6 agosto – che ha deciso di prorogare l’attività del Garante della privacy, fare tre nomine (agli Esteri, alla Difesa e alla Corte dei Conti), sciogliere un comune del Palermitano (Torretta) ma prorogare lo scioglimento di altri cinque tra Sicilia, Calabria e Puglia, la questione centrale era il Decreto scuola e la stabilizzazione di 79 mila precari (55 mila attraverso un Percorso universitario di un anno che li porterà all’abilitazione, altri 24 mila attraverso un concorso straordinario da tenere entro il 2019 con scritto selettivo e orale no).

Le minacce dell’ala “anti-sanatoria” del Movimento 5 Stelle avevano fatto temere il blocco del Decreto scuola, ma ieri sera alle 23,10 il ministro Bussetti – che entrando a Palazzo Chigi aveva assicurato i sindacati: “Mi batterò come un leone” – ha scritto su Facebook: “Il via libera salvo intese in Consiglio dei ministri al Decreto scuola è un'ottima notizia. È un atto necessario per garantire la stabilità dell'insegnamento nelle nostre scuole, ridurre il precariato e fornire servizi efficienti agli studenti e alle famiglie. Diamo così seguito agli impegni sottoscritti con il mondo della scuola”. Quindi, parlando all’uscita del Consiglio: “Avvieremo percorsi abilitanti speciali per tutti i docenti che negli ultimi otto anni hanno svolto almeno trentasei mesi di insegnamento e avvieremo procedure concorsuali".

Il problema è che il suo hashtag di propaganda, #dalleparoleaifatti, era reso nebuloso da quelle due parole spesso utilizzate dalla politica nei Consigli dei ministri: “Salvo intese”. La locuzione, concretamente, in questo caso significa due cose: il Decreto scuola per ora non va in Gazzetta ufficiale e, secondo, ci sono venti giorni di tempo per riscriverlo, modificarlo, aggiungere passaggi e toglierne. Il Miur fa sapere: “Abbiamo utilizzato il “salvo intese” per consentire al Decreto di entrare in Gazzetta a fine agosto e dare al Parlamento, oggi chiuso, venti giorni in più per convertirlo in legge”.

È una mezza verità, però. Infatti, nel lungo comunicato di Palazzo Chigi che, come di consueto, fa il punto sulle approvazioni e le impugnazioni in Consiglio dei ministri, di Pas e concorsi straordinari non c’è traccia. Si parla solo delle "assunzioni per l'anno scolastico 2019-2020”: 53.627 unità di personale docente, 2.117 dirigenti scolastici, 7.646 unità di personale Ata e 355 unità di scontate personale educativo. “È stata autorizzata anche la trasformazione a tempo pieno di contratti a tempo parziale di 226 unità di personale Ata". Tutte questioni ormai scontate.

Allora? Il Pas è passato o no. Il concorso senza voto all’orale si farà o no? I 79 mila supplenti possono guardare alla prossima cattedra? Nel lungo rapporto-scontro tra Lega e 5 Stelle si aggiunge questo mistero. La deputata Lucia Azzolina, commissione Istruzione, dà la sua interpretazione del “salvo intese”: “Significa che il decreto andrà in Gazzetta ufficiale solo se sarà modificato prevedendo pre-selezioni al Pas”. I 5 Stelle hanno scelto, ecco, di diventare paladini del “no sanatoria”, ma un filtro, la preselezione, a un Percorso di formazione universitario che alla fine ti fornisce l’abilitazione all’insegnamento non ha una logica. Tanto più che questo ministro, con foga altrettanto ideologica nei confronti dei precedenti governi, ha buttato via il famoso Fit che aveva il pregio di provare a qualificare i precari che già sono nelle scuole.


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