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Scuola, Pantaleo (Flc-Cgil): «Senza risposte del governo ci sarà lo sciopero unitario degli scrutini»

Ddl Renzi-Giannini-Pd. «È previsto dalla legge. La precettazione? Violerebbe il diritto di sciopero». A Renzi e Giannini: «Approvare il Ddl senza consenso farà esplodere il conflitto nelle scuole l’anno prossimo e loro saranno i responsabili»

17/05/2015
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il manifesto

Dome­nico Pan­ta­leo, segre­ta­rio Flc-Cgil, orga­niz­ze­rete uno scio­pero durante gli scru­tini?
È del tutto evi­dente che davanti alla chiu­sura del governo rispetto alle ragioni dello scio­pero gene­rale nella scuola met­te­remo in conto anche que­sta pos­si­bi­lità. Scio­pe­re­remo durante gli scru­tini nel rispetto delle regole che pre­ve­dono la pos­si­bi­lità di aste­nersi dal lavoro per due giorni con­se­cu­tivi, spo­stando gli scru­tini fino ad un mas­simo di cin­que giorni.

Il governo sostiene che dan­neg­ge­rete gli stu­denti e le fami­glie.
Non riu­sci­ranno a met­terci gli uni con­tro gli altri. Le regole ser­vono pro­prio a que­sto. Al governo ricordo che in que­sti mesi noi, e non loro, abbiamo aperto un dia­logo con gli stu­denti e le fami­glie. Non è un caso che gli stu­denti oggi siano una parte essen­ziale della mobilitazione.

Cobas e Uni­co­bas hanno già indetto lo scio­pero degli scru­tini. Con Cisl, Uil, Snals e Gilda lo pro­cla­me­rete in maniera uni­ta­ria?
Ci riu­ni­remo la pros­sima set­ti­mana e decideremo.

La mini­stra dell’Istruzione Gian­nini ha defi­nito lo scio­pero una scelta «grave» e sostiene che siete divisi. È vero?
Asso­lu­ta­mente no. Lo dimo­strano le tante ini­zia­tive e mani­fe­sta­zioni che si ter­ranno da domani Saranno forti, impo­nenti e impor­tanti. Non c’è alcun calo di ten­sione. C’è voglia di con­ti­nuare a lot­tare insieme. L’unità tiene.

E se scatta la pre­cet­ta­zione?
Noi sta­remo nelle regole. Se ci sarà la pre­cet­ta­zione signi­fica che è il garante sugli scio­peri a non rispet­tarle. Sarebbe un attacco al diritto allo sciopero.

Come spiega que­sto atteg­gia­mento del Garante Alesse?
I sin­da­cati più rap­pre­sen­ta­tivi hanno mani­fe­stato respon­sa­bi­lità. Non capi­sco que­ste sue uscite senza spe­ci­fi­care che è pre­vi­sta la pos­si­bi­lità di fare scio­pero durante gli scrutini.

È il governo a fare pres­sioni?
Mi auguro che il garante sia indi­pen­dente. Certo, le pres­sioni del governo sono evi­denti. Nella sto­ria delle lotte nella scuola non c’è mai stata una pre­cet­ta­zione. Nella sto­ria della scuola durante la Repub­blica, almeno.

Car­melo Bar­ba­gallo, segre­ta­rio gene­rale della Uil, sostiene che il Ddl scuola potranno anche appro­varlo, ma non sarà mai appli­cato per­ché i sin­da­cati si oppor­ranno nelle scuole. Con­di­vide?
Sono d’accordo con lui. Se ci sarà un dise­gno di legge appro­vato con i numeri, ma senza con­senso, è del tutto evi­dente che non sarà appli­cato tran­quil­la­mente nelle scuole. A quel punto sarà legit­timo da parte di chi non lo con­di­vide met­tere in campo tutte le azioni neces­sa­rie per garan­tire i diritti e la dignità delle persone.

Con quali stru­menti bloc­che­rete la riforma?
Sul pre­ca­riato ricor­re­remo ai tri­bu­nali. Qual­siasi vio­la­zione della libertà di inse­gna­mento, o del con­tratto, saranno denun­ciate. Ricor­re­remo a tutti gli stru­menti possibili.

Il pros­simo anno la scuola sarà ingo­ver­na­bile?
No, ma diven­terà un luogo di con­flitto che nes­suno auspica per­ché in que­sta fase la scuola deve essere un luogo di con­di­vi­sione e di miglio­ra­mento per tutti. Il con­flitto lo sta creando il governo Renzi e se ne dovrà pren­dere tutte le respon­sa­bi­lità. Noi, invece, cre­diamo che occorra la respon­sa­bi­lità di tutti per favo­rire la cre­scita del nostro sistema di istruzione.

Lo scio­pero gene­rale non è stato tar­divo? Per­ché non farlo già durante la con­sul­ta­zione sulla Buona scuola in autunno?
Biso­gna capire che fare uno scio­pero signi­fica chie­dere un sacri­fi­cio alle per­sone che per­dono una gior­nata di lavoro. Non è una richie­sta sem­plice da fare nella nostra situa­zione eco­no­mica. Voglio ricor­dare che prima dello scio­pero gene­rale del 5 mag­gio abbiamo fatto tante cose. Una mani­fe­sta­zione uni­ta­ria sul con­tratto nella pub­blica ammi­ni­stra­zione, la mani­fe­sta­zione a piazza Santi Apo­stoli a Rma delle Rsu, le assem­blee nelle scuole. Quella con­sul­ta­zione in rete è stata una bufala, ma siamo riu­sciti a sal­vare gli scatti di anzia­nità che invece dove­vano essere abo­liti. La mobi­li­ta­zione è stata coe­rente e tem­pe­stiva. Un cre­scendo che è arri­vato allo scio­pero gene­rale e oggi si sta estendendo.

Quanto ha pesato la spinta dal basso dei docenti e degli stu­denti?
Tan­tis­simo. È acca­duto la stessa cosa con­tro la riforma Gel­mini. Nelle scuole si è aperto un dibat­tito, oggi lavo­riamo insieme a fami­glie, asso­cia­zioni, stu­denti, docenti e per­so­nale Ata. Que­sti ultimi, vor­rei ricor­dare, sono stati com­ple­ta­mente igno­rati dalla riforma.

Quali sono gli aspetti della riforma che la fanno indi­gnare di più?
L’idea di un uomo solo al comando, il pre­side mana­ger, che eroga 200 milioni di euro al 5% dei docenti. E il resto? Sono tutti «imme­ri­te­voli»? Con que­sta norma si vuole demo­lire il con­tratto della cate­go­ria bloc­cato da anni e si can­cella la libertà di inse­gna­mento tra­sfor­mando i docenti in sud­diti. Si con­ti­nuerà a tagliare sulla scuola, ma si con­ce­pi­sce un 5 per mille che favo­rirà le scuole dei bene­stanti. Si incen­ti­vano le scuole pri­vate, com­presi i diplo­mi­fici. L’impianto di que­sto Ddl è ver­go­gnoso. Da organo costi­tu­zio­nale tra­sforma la scuola in un’impresa.


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