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Scuola, maggioranza divisa. Il Colle: la scuola è comunità

Concorsi dei prof, Pd e Leu: proveremo a cambiare il decreto. Anche l’ex ministro Fioramonti contro Azzolina: gestire una selezione tradizionale ad agosto è impensabile

28/04/2020
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il manifesto

Daniela Preziosi

«Le scuole chiuse sono una ferita per tutti, ma innanzitutto per voi, ragazzi, per i vostri insegnanti, per tutti coloro che partecipano alla vita di queste comunità». Il videomessaggio del presidente Mattarella agli e alle studenti nasce come autorevole «spot» al programma di RaiCultura «Maestri», una delle iniziative della radiotv pubblica per accompagnare la didattica nei mesi delle scuole chiuse (un’altra, di gran qualità, è partita ieri, RadioTre scuola, disponibile su RaiPlay). «Probabilmente non avreste mai immaginato», dice il presidente, «che poter uscire per andare a scuola costituisse un esercizio di libertà». La loro chiusura è «un evento eccezionale», «drammatico», ma può trasformarsi in «un’occasione di crescita».

IL MESSAGGIO È STATO REGISTRATO una settimana fa. Ma la sua pubblicazione arriva all’indomani dell’ufficializzazione del premier Conte della decisione che gli istituri resteranno chiusi. E alla vigilia della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del bando del concorso straordinario per l’assunzione dei docenti precari su cui nei giorni scorsi sono serpeggiati dissensi nella maggioranza. E su cui i sindacati hanno calato il loro chiaro no. Cui ieri si è aggiunto il malcontento del mondo della scuola per la sottovalutazione della questione da parte del governo.

I RILIEVI ALLE DECISIONI del premier, suggerite dalla ministra dell’istruzione Azzolina, e in linea solo i 5 stelle, sono molti. Procediamo con ordine. Dal 4 maggio tre milioni circa di persone (in più degli attuali) torneranno a lavorare. Nessuno nega il problema del contagio. Ma i genitori dei più piccoli non potranno lasciare i figli soli. Il premier ha promesso 15 giorni di congedo parentale e il bonus baby sitter, misure utili ma «che non risolvono la questione», per Di Giorgi (Pd). Il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini alza il cartellino giallo, e non è l’unico: «A famiglie e genitori debbono essere garantiti sostegno e servizi». L’Unione delle province chiede un incontro urgente con la ministra. Una lettera di autorevoli pediatri va oltre il dato materiale e chiede se le scelte del governo tengano conto delle conseguenze della chiusura delle scuole specie per i bimbi delle famiglie più disagiate. Dalle famiglie che hanno bisogno del sostegno arriva un grido di dolore. A sera Conte corre ai ripari e, dopo una riunione a tema con i parlamentari, annuncia di studiare «un piano per l’infanzia». Che però dovrebbe partire fra una settimana.

AZZOLINA DAL CANTO SUO deve smentire l’incremento dell’orario dei prof, in questi mesi già sotto pressione per essersi dovuti inventare da zero la didattica a distanza.

MA COME AVVERRÀ LA RIPRESA di settembre? Brusaferro, il presidente dell’Istituto superiore della Sanità, spiega che ci sono ancora molte ipotesi: «Bisogna vedere l’andamento dell’epidemia e immaginare modelli di organizzazione dell’attività scolastica modellata in maniera da evitare la ricrescita dell’epidemia». Da qualche giorno è al lavoro la task force del ministero. Ma l’impressione è che si sia in ritardo: «Se Azzolina non vuole far ripartire le scuole», attacca Matteo Renzi (che ne aveva chiesto la ripertura dopo Pasqua), «almeno faccia partire l’edilizia scolastica».

MA NELLA MAGGIORANZA lo scontro vero è sui concorsi. Si annuncia per oggi il bando per il concorso straordinario per 24 mila docenti precari. Ieri, alla vigilia, si consuma la seconda e stavolta burrascosa videoriunione fra Azzolina e i capigruppo. Con la ministra solo 5s e Iv. Pd e Leu ribadiscono la richiesta di rivedere le norme di reclutamento stabilite nello scorso dicembre. Non c’è accordo. E alla fine Marcucci (Pd) e De Petris (Leu) annunciano emendamenti al decreto scuola in esame al senato. Il tema è stato sollevato anche dai sindacati in commissione: l’emergenza potrebbe far saltare le sessioni agostane immaginate dal ministero. In più la Cisl Scuola segnala vizi di forma del bando, c’è il rischio di ricorsi e di altri rallentamenti. Batte un colpo anche l’ex ministro Fioramonti, sotto il cui dicastero erano stati approvati i concorsi: «È impensabile gestire una selezione tradizionale ad agosto in presenza, per decine di migliaia di candidati, quando saremo ancora, probabilmente, in piena emergenza epidemiologica». Ma di assunzioni per titoli e anzianità il ministero non vuole sentire parlare. Il piano sarebbe dislocare 33mila postazioni pc per candidati nelle 8mila scuole. Impresa titanica. Alle critiche nella maggioranza si aggiungono quelle dell’opposizione. Per la cronaca, nell’agosto 2019 Lega e M5s ruppero proprio su questo, prima che il governo gialloverde saltasse. Non andrà così stavolta. Ma se i 5 stelle procederanno per forzature rischieranno di assumersi per intero la responsabilità dell’avvio del prossimo anno. Un rischio politico. Per non parlare delle possibili conseguenze sulla didattica. Cioè sugli studenti.