FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3957142
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Scuola, la bassa autostima degli alunni dell'infanzia

Scuola, la bassa autostima degli alunni dell'infanzia

La prima indagine Invalsi sulle materne e i suoi bambini: il 77 per cento si sente sicuro in classe, ma solo un quarto sa distinguere la mano destra dalla sinistra

16/07/2020
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Corrado Zunino

La prima indagine campionaria Invalsi, l’Istituto di valutazione del sistema scolastico, sulla scuola dell’infanzia rivela che il 94 per cento dei bambini in età 3-6 anni è iscritto alla cosiddetta materna – “è la più diffusa in Europa” - e che il 14 per cento vive in famiglie con problemi sociali ed economici. Il Rapporto sulla sperimentazione del Rav (Rapporto di autovalutazione), nel suo percorso di fattura lungo cinque anni e alla vigilia di un ritorno in classe carico di ansie, spiega che l’universo infanzia è fatto di comunità scolastiche contenute, con dodici bambini per insegnante. Il dato varia di poco da regione a regione: Lazio e Sicilia hanno una media di 14 bambini per insegnante; Basilicata, Calabria e Friuli Venezia Giulia scendono a dieci.

Una scuola su due senza palestra

La metà delle scuole dell'infanzia – secondo questo studio che ha coinvolto 1.828 istituzioni statali, comunali e paritarie su oltre 27.000 esistenti - non possiede palestre nella propria struttura (è il 51,9 per cento) e il 21,7 per cento non dispone di grandi sale. Il 65,7 per cento, invece, ha almeno un laboratorio, nell'83,4 per cento delle scuole è quindi presente la mensa e oltre la metà possiede una cucina all'interno della struttura scolastica. Solo il 15 per cento di questi istituti possiede un teatro, oltre il 70 ha spazi polifunzionali esterni.

I bambini hanno relazioni molto positive con i docenti (77,8 per cento, è la dichiarazione) e si sentono molto sicuri (77,1 per cento). Il 52 per cento dei docenti ritiene che i propri alunni non abbia intorno buone condizioni di apprendimento. E’ decisamente basso il profilo di autostima che esce dal lavoro: si dichiarano tali, il parere è sempre mediato dai docenti, solo gli alunni del 28,7 per cento delle scuole che hanno risposto. Preoccupa che soltanto il 26 per cento dei bambini, sempre secondo gli insegnanti, abbia acquisito la lateralizzazione e sappia così distinguere la mano destra dalla sinistra, aspetto essenziale per imparare a leggere, scrivere e far di conto.

Nella scuola dell'infanzia la media è di 65 bambini frequentanti per scuola, mediamente 22 per sezione. La Lombardia presenta il valore più alto: 82. La Valle d'Aosta conta in media 33 scolari. Dei sessantacinque, undici hanno cittadinanza non italiana e si arriva a diciannove in Emilia Romagna. Percentuali consistenti.

I primi 8 anni

I primi otto anni di apprendimento sono decisivi per ogni essere umano. Le duecento pagine del rapporto lo ricordano mentre la presidente Anna Maria Ajello assicura: “Non ci saranno prove Invalsi per l’infanzia”. Resta alta l'età dei docenti del comparto: quasi il 40 per cento dei maestri ha 55 anni o più. Quasi l'80 per cento dei docenti, ancora, possiede un diploma di scuola secondaria e oltre il 72 per cento può contare su una certa stabilità di servizio nella scuola, in cui insegna da almeno cinque anni. Due terzi degli intervistati si autocolloca in posizione elevata nell’autovalutazione, ma solo un docente su cinque dichiara di utilizzare “strumenti formalizzati” per certificare benessere e apprendimento dei propri scolari.