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Scuola, l’incognita dei commissari

Prof delle superiori in classe per definire la prova: docenti in aula o a distanza, il nodo dei presidenti

15/06/2020
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Corriere della sera

Oggi le scuole riaprono le porte: solo quelle superiori, ma è la prima volta dall’inizio di marzo che nelle sedi di licei e istituti tecnici si terrà una riunione di professori. Si ritroveranno i presidenti delle 12.900 commissioni per la Maturità e i commissari, che sono sei professori per ciascuna delle classi che sosterranno l’esame da mercoledì.

Entro questa sera i 500 mila studenti che nelle prossime tre settimane si alterneranno in aula sapranno il giorno e l’orario di convocazione a scuola, perché tra le varie incombenze di questa mattina c’è l’estrazione della lettera con cui cominciare: cinque studenti al massimo ogni giorno, con mascherina — da togliere solo una volta seduti in postazione per sostenere l’esame — e autocertificazione da consegnare all’ingresso.

Ma oggi sarà anche il giorno in cui si capirà come sarà questo esame così diverso dal solito e piegato alle esigenze della sicurezza sanitaria. Il primo passaggio riguarda proprio le commissioni: quanti presidenti presenteranno la giustificazione medica? Ogni anno, alla vigilia dell’esame, gli uffici scolastici regionali devono sostituire in media il 5% dei presidenti. Le regioni più a rischio come la Lombardia, dove è stato necessario precettare anche presidi delle medie e insegnanti giovani, hanno pronte liste da cui attingere in caso di defezioni. Ci sono scuole in cui ci si aspetta che i commissari possano presentare la richiesta di poter svolgere l’esame a distanza: sarà il presidente a decidere dopo aver consultato il medico competente. Al liceo Cavour di Roma, ha deciso la preside Antonella Correa: «Ho inviato le richieste di tre professori all’Inail, ma non ho ancora ricevuto risposta. E dunque ho autorizzato io i colleghi a collegarsi da casa». Gli studenti di due delle cinque commissioni del liceo avranno così davanti due computer: uno per il colloquio e l’altro dove vedranno i prof che sono a casa. «Fortunatamente abbiamo una buona infrastruttura, ma il lavoro si rallenterà: i prof devono essere collegati per tutte le sei ore al giorno in cui si svolgeranno i colloqui e se cade la linea ci si ferma».

«Dobbiamo sapere che con le misure preparate dalla Protezione civile il rischio si riduce ma non si azzera», spiega Roberta Fantinato, preside e presidente di commissione a Bologna. Non a caso il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha offerto ai professori della sua regione lo screening di massa con tamponi: lo ha fatto il 60% dei commissari, e nessuno è risultato positivo. Nelle altre scuole ci sono i protocolli della Protezione civile e i presidi possono chiedere l’intervento della Croce rossa: in questi giorni sono arrivate mascherine per i prof e disinfettanti.

Entro sabato scorso, nelle mail delle scuole, sono arrivati anche gli elaborati dei ragazzi che costituiranno la prima parte dell’esame. Una maturità che per nove studenti su dieci rischia di essere l’esame del Covid, insomma un esame che potrebbe essere valutato meno di quello tradizionale. «In questo orale c’è invece troppa roba — contesta il linguista Luca Serianni, che aveva collaborato all’ultima riforma due anni fa — così non sarà possibile fare un esame sufficientemente sereno».


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