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Scuola,il video show di Renzi “Basta boicottaggi sulla riforma” Blocco scrutini, sindacati divisi

La controffensiva online: “Parlerò 5 minuti”. Ma diventano 17 Poi una lettera a 600mila prof. Cisl e Uil frenano sulla protesta

14/05/2015
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA .

Il presidente del Consiglio, maniche di camicia arrotolate, gessetto bianco in mano, si riprende la scena otto giorni dopo lo scioperone contro la sua Buona scuola e i dialoghi successivamente avviati al Nazareno e a Palazzo Chigi con sindacati e associazioni. Fa sistemare, ieri pomeriggio, una lavagna alla Biblioteca chigiana, una telecamera di fronte e inizia a illustrare le cinque cose importanti della sua riforma.
In un video di 16 minuti e 32 secondi (aveva chiesto 5 minuti di attenzione), Renzi dice che non apprezza «i boicottaggi di chi non ha fatto partecipare i ragazzi all’Invalsi», poi assicura: «Con l’alternanza scuola-lavoro vogliamo ridurre quel 44% di disoccupazione giovanile». Ancora: «Diamo più soldi agli insegnanti e il merito non è una parolaccia: non si possono dare gli stessi aumenti a tutti». Sulla valutazione dice a maestri e prof che non può valere il principio «nessuno mi può giudicare» e «i presidi-Rambo esistono solo al cinema»: quelli in carne e ossa «non assumono l’amico dell’amico». Nichi Vendola, a proposito, aveva parlato di «profumo di corruzione».
Infine, i falsi miti: non è vero che i supplenti italiani che hanno insegnato per tre anni saranno licenziati (articolo presente nel ddl, poi rettificato), le aziende non avranno ruoli nei consigli di istituto, i giorni di vacanza degli studenti non si toccano. «Questa è la più grande assunzione mai fatta da un governo della Repubblica». Il giorno in cui a Empoli un istituto professionale viene evacuato per un incendio, Renzi annuncia la firma sui 3,9 miliardi per l’edilizia scolastica. «La scuola è il luogo dove si cambia il paese o si resta nella palude: possiamo essere una potenza culturale».
Nei giorni della controffensiva il premier scrive anche una lettera di 120 righe, «al computer», a 600 mila docenti: un pezzo consistente di elettorato che gli sta togliendo la fiducia. A loro dice: «Abbiamo l’occasione di costruire un futuro di opportunità per i nostri figli, sciuparla sarebbe un errore. Questa proposta non è prendere o lasciare. La Buona scuola siete molti tra voi, non tutti voi».
La minaccia del blocco degli scrutini — l’arma finale del sindacato — si sfarina. Anna Maria Furlan, segretario Cisl, dice: «Non mi piace». La Uil la considera l’ultima spiaggia e Rino Di Meglio della Gilda spiega: «Per legge abbiamo solo due giorni di sciopero ». Oggi il ddl entra alla Camera, ne uscirà con un voto mercoledì prossimo. Renzi esclude la fiducia sul ddl, a meno che la minoranza dem non metta a rischio il “fine lavori” a metà giugno. Poi confessa al presidente Sergio Mattarella: «Avrei voluto un altro clima, ma non mollo, vado fino in fondo

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