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Scuola, il Tar: il governo riesamini entro il 2 aprile il Dpcm che prevede la chiusura in zona rossa

I giudici amministrativi hanno confermato le restrizioni per teatri, cinema e sale giochi. Accolto invece il ricorso di molte famiglie contro lo stop alle lezioni in presenza.

27/03/2021
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la Repubblica

Il Tar del Lazio ha acceso un faro sul Dpcm del 2 marzo scorso nella parte in cui ha disposto la didattica a distanza in tutte le scuole delle Regioni in "zona rossa". I giudici del tribunale amministrativo - presidente Antonino Savo Amodio e estensore Lucia Maria Brancatelli - hanno così accolto la domanda cautelare presentata da un gruppo di studenti e genitori di alunni minorenni di tutta Italia, rappresentati dagli avvocati Valerio Onida e Barbara Randazzo. La decisione di merito è rinviata a dopo la discussione nell'udienza del 14 luglio.

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Con la decisione odierna, il Tar stabilisce che la presidenza del Consiglio entro il 2 aprile riesamini le misure che, sulla base del Dpcm del 2 marzo, comportano l'automatica chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse, prevedendo il ricorso alla Didattica a distanza nelle zone gialle e  arancioni.

La decisione è stata adottata, con due ordinanze, dopo i ricorsi proposti da genitori di studenti delle scuole superiori. I giudici hanno accolto le richieste "ai soli fini del riesame da parte della presidenza del Consiglio dei ministri delle impugnate previsioni contenute nel Dpcm".

"Non c'è evidenza che i contagi tra i ragazzi dipendano dalle scuole"

I giudici in due specifiche e identiche ordinanze hanno considerato, infatti, che i ricorrenti "hanno prodotto, a sostegno del ricorso, svariati studi scientifici pubblicati da prestigiose riviste mediche, reports sui dati di contagio in ambito scolastico rilevati in Toscana ed in Sicilia, nonché relazioni scientifiche, rilasciate da esperti in epidemiologia, in biomedica e in biostatistica, nelle quali si analizzano i dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità"; e che tutte queste relazioni "pervengono alla conclusione che non esistono evidenze scientifiche solide e incontrovertibili circa il fatto che il contagio avvenuto in classe influisca sull'andamento generale del contagio, che l'aumento del contagio tra i soggetti in età scolastica sia legato all'apertura delle scuole, che la cosiddetta variante inglese si diffonda maggiormente nelle sole fasce d'età scolastiche, che le diverse varianti circolanti nel Paese siano resistenti ai vaccini in uso in Italia".

Niente da fare per teatri e sale giochi

Con ordinanze separate, il Tar Lazio si è pronunciato anche sui ricorsi presentati dai teatri e dalle sale gioco. Quanto a queste ultime, i giudici hanno confermato la legittimità del Dpcm del 2 marzo nella parte in cui, in tema di emergenza da Covid-19, ha disposto la sospensione delle attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò fino al prossimo 5 aprile. I ricorsi erano stati proposti dalle società Nabucco, Totalbet, Ippica Talenti, MaùS, Giamba Bet, Laurentina, Sascom, Agenzia Ippica Lucian Giove, Tre Esse scommesse e Sun Bet.

Quanto a teatri e cinema, il verdetto del Tar è giunto sul ricorso presentato dal teatro Franco Parenti di Milano. Il Dpcm stabiliva la sospensione totale degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, live-club e in altri locali o spazi anche all'aperto nelle zone arancioni e fino al 27 marzo nelle zone gialle, reiterando in questo secondo caso anche il tetto massimo di 200 spettatori e prescrivendo un ulteriore limite massimo di spettatori pari al 25% della capienza autorizzata, indipendentemente dalla effettive dimensioni del teatro e dall'attuazione di tutte le altre misure di distanziamento.


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