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Scuola, il governo vuole assumere 80 mila precari

Esecutivo e Miur in pressing per la Legge di bilancio. Stabilizzazioni nei prossimi tre anni e attraverso concorsi per gli iscritti in seconda fascia. Scontro con la Ragioneria di Stato per 25 mila supplenti delle Gae

11/10/2016
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA - Sarà una Legge di bilancio, quella da presentare entro il 15 ottobre e da approvare prima del fatidico 4 dicembre, che si occuperà molto di scuola. Il Governo proverà a costruire un percorso di assunzione per i tanti precari - 80 mila, è la valutazione - rimasti fuori nei primi due anni di assunzioni della "Buona scuola" e dal selettivo concorso a cattedre 2016.
 
La Legge di bilancio - ex stabilità - deve tenere conto di due fattori. Da una parte s'incrocia con le tredici leggi delega che entro il 31 dicembre il Governo dovrà consegnare, su tutte la cosiddetta "0-6" a proposito del rafforzamento dell'infanzia. Dall'altra, secondo gli ultimi conteggi, oggi su 750 mila docenti 120 mila hanno più di 60 anni: nelle prossime cinque stagioni si assisterà a un forte ricambio generazionale in cattedra.
 
S'aprono nuovi spazi per i precari in seconda fascia. Le richieste del Governo sul fronte assunzioni sono spinte dal decisivo appuntamento del Referendum costituzionale: il premier Matteo Renzi è deluso del conflitto permanente con una larga parte di docenti dopo aver investito tre miliardi sulla scuola italiana e vuole provare, tra Legge di bilancio e deleghe, a riconquistare fette di aspiranti docenti rimasti fuori. L'incontro tra le richieste di Governo-Miur e le tradizionali restrizioni del ministero delle Finanze e della Ragioneria centrale potrà avvenire sulla base della fotografia dei precari esistenti nelle seconde fasce provinciali (ospitano gli abilitati utilizzati per le supplenze brevi e lunghe) dopo la chiusura del concorso a cattedre: avverrà a giorni per tutte le classi. Erano centomila gli iscritti in seconda fascia, oggi si può ipotizzare che quel numero sia sceso a 80 mila.
 
Come scritto nella Legge 107, e come ricordato recentemente sia dal capo segreteria del sottosegretario Faraone, Marco Campione, che dalla responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi, parte adesso "una fase transitoria" per i precari che dovrebbe portare in un triennio alla loro stabilizzazione definitiva. Molti di questi "seconda fascia" sono fortemente specializzati (dopo la laurea, per essere abilitati, hanno superato tirocini formativi universitari) e sono stati lungamente provati nell'insegnamento diretto.
 
Come potranno essere via via selezionati e assunti, a partire dal primo settembre 2017, gli ottantamila precari? Attraverso "forme concorsuali", spiegano i tecnici del ministero. Ancora da stabilire. Non si sa, per esempio, se saranno bandi nazionali o provinciali, certo non avranno le dimensioni dei concorsi triennali (come quello ancora in corso) e separeranno nettamente la fascia dei docenti delle scuole medie e superiori, per le quali ci sono più cattedre che professori, da coloro che aspirano a un ruolo per infanzia ed elementari, dove invece la richiesta di insegnamento è molto più alta dell'offerta.
 
All'interno di questi 80 mila da assumere in tre anni, il Governo sta provando - incontrando resistenze da parte del ministero delle Finanze - a trasformare già con questo passaggio nella Stabilità 25 mila supplenti (organico di fatto) in 25 mila cattedre (organico di diritto). Cinquemila sono docenti del sostegno, di cui c'è forte bisogno nella scuola italiana. La tesi del Miur è: l'unica spesa con queste assunzioni aggiuntive sono i due mesi di luglio e agosto, due stipendi che non vengono pagati ai supplenti licenziati a giugno e riassunti a settembre: fanno 200 milioni di euro l'anno a partire dal 2018 e fino al 2031. La Ragioneria di Stato replica: no, in conto perdite bisogna calcolare tutto l'anno di stipendio, 600-700 milioni per l'intera platea. Questo ragionamento non tiene conto che, assumendo 25 mila docenti, si smette di pagare 25 mila supplenti. Il dialogo tra Governo e Ragioneria, a volte braccio di ferro, prosegue.

Il versante scuola materna è il più complesso, ma anche quello in cui il Miur cerca le prime soluzioni visto che i precari delle Gae infanzia sono l'unico blocco delle graduatorie a esaurimento a non essere stato considerato dalle assunzioni della Buona scuola. Innanzitutto, bisognerà portare un po' di giustizia in una situazione sbilanciata: oggi c'è un'amplissima categoria di diplomati magistrali accettati nelle graduatorie a esaurimento dopo le sentenze di Tar e Consiglio di Stato mentre i laureati in Scienze della formazione primaria non sono previsti. Diplomati pronti ad essere assunti, laureati no: una situazione da rivedere.
 
Dei 45 mila precari tuttora presenti in Gae, e quindi per legge prossimi a un'assunzione, 18 mila sono appunto maestre e maestri d'infanzia. Per loro sono previsti, dopo il 15 ottobre, emendamenti di Governo alla Legge di bilancio per blindarne l'assunzione, che, ovviamente, non potrà avvenire prima del settembre 2017 e si svilupperà nel 2018 e nel 2019. Su questo fronte, secondo passaggio, si sta cercando di irrobustire sul piano finanziario la Legge "0-6", una delle deleghe dell'esecutivo che punta a far crescere la qualità della nostra infanzia. Il Miur ha messo a disposizione 200 milioni e se ne stanno cercando altrettanti, tutti da investire in assunzioni. Terzo passaggio che riguarda l'infanzia, la scorsa settimana è partito il piano per aprire nuovi asili e riqualificare quelli esistenti (costruire la mensa all'interno,
per esempio) nel Sud Italia, il vero buco nero dell'infanzia italiana. Si lavorerà su una base di tre miliardi di fondi europei di cui si deve decidere l'aliquota destinata alla finalità. Anche in questo caso, entro il 31 dicembre il piano dovrà essere pronto.

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