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Scuola, il decreto slitta a martedì

Il pacchetto di riforme in Cdm il 3 marzo

26/02/2015
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La Stampa

Annunciato per venerdì 27 febbraio il pacchetto di riforme per la scuola (decreto legge e ddl delega) arriverà invece sul tavolo del consiglio dei ministri martedì prossimo, 3 marzo. Appena una manciata di giorni di slittamento che però hanno già dato la stura a sospetti e dietrologie. 

Da viale Trastevere assicurano che tutto è pronto, slide comprese. Ma le limature sono possibili fino all’ultimo minuto. 

Domani è comunque in programma un incontro tra il ministro Stefania Giannini e il presidente del consiglio e venerdì il premier ha chiamato a raccolta i parlamentari del Pd, nella sede del Nazareno, «per fare un punto della situazione» sulle principali riforme in vista: scuola, Rai, Ambiente e Fisco. 

Non è escluso che in questo supplemento di riflessione trovi spazio anche la spinosa questione delle scuole paritarie: secondo indiscrezioni nel decreto verrebbe inserita, infatti, anche la detrazione fiscale per i genitori che iscrivono i propri figli in questi istituti. Interpellata a questo proposito la titolare del dicastero dell’Istruzione è rimasta piuttosto abbottonata: c’è una legge dello Stato a questo proposito «ma mancano misure che rendono completamente attuato questo processo», «sono arrivate proposte, anche quella di riconoscere un percorso di detrazione fiscale; lo stesso premier domenica ha parlato della possibilità di utilizzare il 5 per mille», «sono punti che chiariremo negli ultimi passaggi all’interno della maggioranza di governo». 

Lo slittamento a martedì non inciderà - assicurano fonti ministeriali - con i tempi necessari per l’attuazione degli interventi previsti, a cominciare dalle assunzioni degli insegnanti per poterli mettere in cattedra già da settembre. Diverso sarebbe, invece, il discorso se i tempi si allungassero troppo. 

Ma i parlamentari del M5S in Commissione Cultura di Camera e Senato parlano di «caos» dietro «ai proclami». «Il motivo di questo nuovo rinvio - dicono - è chiaro a tutti: al Ministero non sanno ancora esattamente quanti e quali insegnanti verranno assunti, da quali graduatorie attingere, come coprire le cattedre di materie come scienze e matematica». 

Per il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima il rinvio dimostra che «la partita da affrontare è complessa, e non può essere affrontata in termini di annunci». «I provvedimenti che si aspettano sono importanti e significativi per la scuola - ha aggiunto - e quindi bisogna affrontarli con cognizione di causa, al fine di evitare che le proposte e gli interventi che si fanno non servano a evitare problemi, ma a crearne altri». Il rinvio «conferma l’incertezza e la confusione sui contenuti da dare ai provvedimenti» sostiene Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, ribadendo «radicale contrarietà alla decisione di affrontare materie contrattuali e di riforma della scuola con la forma del decreto legge». 

Sul numero esatto delle assunzioni il ministro Giannini ha detto di voler lasciare un po’ di suspence ((«i numeri sono precisi ma non li dico»). Ha assicurato però che non saranno assunte persone formate tanti anni fa e che non hanno insegnato negli ultimi anni, che con l’organico funzionale e il rispetto dei fabbisogni le classi-pollaio apparterranno al passato e che la valutazione riguarderà pure i dirigenti scolastici.  


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