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Scuola, il 5 maggio insegnanti in piazza con gli studenti

Sindacati uniti per lo sciopero generale contro la riforma: non succedeva da 7 anni. A rischio anche le prove Invalsi.

19/04/2015
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Il Messaggero

ROMA Sono passati sette anni dall’ultimo sciopero generale della scuola convocato in maniera unitaria dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil che dalle sigle autonome Gilda-Unams, e Snals-Confsal. Sette anni in cui il mondo della scuola è passato dalla Riforma Gelmini a “La buona scuola” di Matteo Renzi, che sembra aver ricompattato sia il fronte interno di docenti, personale Ata, dirigenti scolastici e studenti che quello sindacale, che seppur con qualche distinguo bocciano a gran voce il disegno di legge. La mobilitazione è stata annunciata dal palco di piazza Santi Apostoli ieri mattina durante la manifestazione delle Rsu del mondo della scuola e Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil, spiegando i motivi della protesta ha dichiarato: «Noi chiediamo l'immediata stabilizzazione dei precari, il rinnovo del contratto, e che si realizzi, finalmente, una scuola autonoma, libera da molestie burocratiche e basata sulla partecipazione e la cooperazione tra i soggetti che operano nella scuola e nel territorio. Del disegno di legge va cambiato tutto e noi non possiamo più aspettare. Non è una riforma e quella di Renzi e della Giannini non è una “buona scuola”-  ha aggiunto Pantaleo  -  perché si fa senza coinvolgere veramente i lavoratori che ci lavorano ogni giorno, ascoltando i loro bisogni». Francesco Scrima, leader della Cisl Scuola rincara la dose: «Renzi e la Giannini stanno facendo gli apprendisti stregoni e rischiano di fare danni incalcolabili alla scuola, già mortificata da tempo nella sua identità, nel trattamento riservato al personale e negli investimenti».
TUTTI INSIEME
Uno sciopero unitario che però va anche oltre le manifestazioni di piazza che saranno cinque (Roma, Milano, Bari, Palermo, Cagliari) e che punta a far saltare la prima prova Invalsi,la prova per la valutazione dei livelli di preparazione e apprendimento degli studenti, per la scuola primaria. «Dopo mesi di mobilitazione completamente inascoltati da parte del governo Renzi, lo sciopero generale è una scelta inevitabile e giusta» dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti, che continua:
Uno sciopero unitario che però va anche oltre le manifestazioni di piazza che saranno cinque (Roma, Milano, Bari, Palermo, Cagliari) e che punta a far saltare la prima prova Invalsi,la prova per la valutazione dei livelli di preparazione e apprendimento degli studenti, per la scuola primaria. «Dopo mesi di mobilitazione completamente inascoltati da parte del governo Renzi, lo sciopero generale è una scelta inevitabile e giusta» dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti, che continua: «in quella giornata si mobiliterà tutto il Paese e non soltanto il mondo della scuola. Il boicottaggio del test Invalsi del 5 maggio non sarà isolato, infatti stiamo preparando anche la diserzione organizzata della prova del 12 maggio che riguarda le scuole medie superiori con altri cortei territoriali, flash-mob ed iniziative a sorpresa».
L’asticella dello scontro sembra quindi alzarsi e quello che preoccupa gli ambienti della maggioranza è proprio il funzionamento ordinario della scuola, visto che gli scioperi bianchi o le diserzioni di un fitto programma di test e di valutazioni potrebbe mettere a repentaglio anche il futuro de “la buona scuola”. Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha commentato la notizia su Twitter: «Manifesto rispetto per chi sciopera» scrive, ma poi aggiunge che la “Buona scuola” è una «riforma culturale rivoluzionaria».
POCHI SPAZI DI TRATTATIVA
Intervenuta al talk show online “Tribuna politica”, non ha ceduto di un millimetro rispetto all’approvazione della Riforma: «Il ddl sarà approvato senza nessun cambiamento entro giugno, non sono previste né deroghe né capovolgimenti strutturali. Il testo ha una natura rivoluzionaria e porterà la scuola italiana in Europa». Sembra chiaro che la battaglia politica sarà nelle piazze più che in Parlamento visto che il “metodo Renzi” non prevede deroghe e c’è da attendersi secondo indiscrezioni anche gesti eclatanti dei docenti in vista di scrutini ed esami di Stato. Per la scuola si preannuncia una primavera molto calda, che anticiperà un’estate rovente.
Massimiliano Coccia


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