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Scuola, i sindacati confermano: sciopero nei primi due giorni di scrutini. Bersani: "Poche correzioni al Senato e votiamo"

La protesta unitaria di tutte le sigle del settore: Flc, Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda. "I punti critici del ddl sono rimasti, la mobilitazione va avanti". Susanna Camusso è pronta al dialogo, ma ci sono molte cose da cambiare nel disegno di legge e l'ex segretario del Pd apre al governo: "Qualche modifica in più e tutti felici di approvare la riforma"

22/05/2015
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la Repubblica

Il ddl scuola "lascia irrisolte molte delle sue più evidenti criticità e non dà risposta alle richieste che stanno alla base di una mobilitazione condivisa e partecipata dall'intero mondo della scuola". Con questa motivazione di fondo tutti i sindacati della scuola annunciano la conferma delle iniziative di mobilitazione anticipate ieri, incluso lo "sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni". In una nota congiunta, firmata dai segretari di Cgil Flc, Cisl e Uil scuola, Confsal Snals e Gilda Lgu, si afferma che "lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali, salvaguardando le legittime aspettative di studenti e famiglie".

I sindacati. Gli obiettivi - spiegano i sindacati - restano quelli individuati nella piattaforma dello sciopero generale del 5 maggio: "Un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle Gae, escludendo decine di migliaia di docenti e Ata oggi in servizio con contratto a tempo determinato; no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali; no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze; regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro; impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale".
"Questi obiettivi - conclude il comunicato - verranno riproposti in tutte le sedi di confronto nelle quali i sindacati saranno impegnati, a partire dall'incontro di lunedì 25 maggio con la ministra Giannini al Miur, e successivamente con le audizioni al Senato e l'ulteriore incontro col governo".

Susanna Camusso interviene a margine di un convegno a Torino e si dice pronta al dialogo, anche se scettica sulle aperture del governo: "Aperture sulla scuola? Me le sono
perse", osserva ironicamente la leader della Cgil sulla possibilità di intervenire sulla riforma recentemente approvata alla camera. "Noi comunque siamo pronti: abbiamo molte idee su come migliorare la riforma della scuola. Lo raccontiamo in tutte le piazze da tempo. Ci sono molte cose importanti che vanno cambiate in quel disegno di legge".

"Noi assumiamo i precari e i sindacati scioperano. Noi mettiamo più soldi nella scuola e i sindacati scioperano. Noi dialoghiamo e i sindacati scioperano. Noi continueremo a dialogare in modo aperto con tutto il mondo della Scuola per migliorare il testo al Senato ma andiamo avanti ancora più decisi per migliorare la qualità della Scuola pubblica e combattere la dispersione scolastica". Lo afferma in una nota la senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola e università del Pd.

Sul piano politico, l'approvazione della riforma alla Camera sembra avvicinare le posizioni all'interno del Pd: "Con qualche correzione ancora al Senato tutti saranno felicissimi di votare. Credo che lo si farà e che il governo voglia fare qualche altro passo", ha detto Pier Luigi Bersani sulla riforma della scuola. L'ex segretario del Pd non ritiene che a Palazzo Madama ci sia bisogno della fiducia per arrivare al voto in tempi compatibili con la scadenza del 15 giugno. "Per correggere qualcosa non ci vuole molto tempo. Io credo che si possa fare. Stiamo al merito della questione. Tutti vedono quali sono i problemi aperti. Il primo è il rapporto tra il dirigente scolastico e la dignità e l'autonomia dell'insegnante. E l'altro sono le discriminazioni importanti e irrazionali tra precario e precario. E' una ferita molto profonda, difficile da spiegare e da motivare".

Solo questo dunque, nessuna intenzione di strumentalizzare questa riforma per altri scopi, come quello di scalzare dalla sua poltrona il presidente del Consiglio. La battaglia sulla scuola - assicura Bersani - non è un pretesto per mandare a casa Matteo Renzi: "Non c'è nient'altro che il merito della questione. Questa cosa di non guardare mai il merito è uno dei guai. Le diverse posizioni non possono essere delegittimate. Bisogna rispondere nel merito" replica Bersani mentre dichiara di "combattere" per il Pd durante la campagna elettorale per le regionali

Di tutto altro avviso l'esponente delle minoranze Pd, Stefano Fassina, secondo il quale non bastano degli aggiustamenti. A Repubblica ha risposto in merito alla sua uscita dal partito nel caso in cui il disegno di legge non venga modificato al Senato: "Tra il popolo dem abbandonato da un Pd geneticamente modificato e il partito di Renzi, scelgo il primo". Fassina si è scagliato soprattutto sulla norma del super-preside: è il tanto discusso articolo 9 della riforma approvata alla Camera.

Stesso articolo che proprio non va giù a Nichi Vendola: "Puzza di autoritarismo, ha dentro di sè una grave malattia, quella di organizzare il mondo della scuola attorno alla figura di un preside podestà che ha il potere di reclutare il personale docente e il rischio di avere docenti allineati ai suoi convincimenti è enorme". Il leader Sel aggiunge: "Un preside omofobo, ad esempio, arruolerà insegnanti bigotti, e questo lede l'articolo 33 della nostra Costituzione".

Ironico Pippo Civati che scrive sul suo blog: "'Con qualche ritocco, felicissimi di votare: così Bersani sulla cosiddetta riforma della Scuola che arriva in Senato. Una posizione durissima, che mette a repentaglio la stabilità del governo: sì, ciao. Intanto il premier a Vicenza insiste e dice che c'è qualcuno che gli vuol male. Secondo me, se si riferisce al Pd, può stare serenissimo (visto che è a Vicenza)".


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