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Scuola, i sindacati anticipano lo sciopero al 6 marzo "Chiusura"

Era stato previsto per il 17 marzo. Terreno di scontro il contratto, i concorsi, la stabilizzazione dei precari

16/02/2020
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

È stato anticipato al 6 marzo lo sciopero della scuola indetto dai maggiori sindacati per difendere i diritti dei precari e protestare contro il mancato rispetto degli accordi sottoscritti con il Governo in tema di abilitazioni, reclutamento e contratto. «La decisione di anticipare la data della mobilitazione - spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams - è dettata dall’urgenza e dalla gravità della posta in ballo e dalla totale chiusura dimostrata dalla ministra Azzolina che, invece di ricucire il dialogo con le organizzazioni sindacali che rappresentano la grande maggioranza dei lavoratori della scuola, preme sull’acceleratore per affrettare la pubblicazione dei bandi di concorso attualmente all’esame del CSPI». «Se dall’Amministrazione non arriverà alcuna risposta concreta, - conclude Di Meglio - lo sciopero del 6 marzo sarà soltanto il primo atto di una lunga mobilitazione». Lo sciopero era stato inizialmente annunciato per il prossimo 17 marzo.

Le ragioni della protsta

«Lo sciopero del 6 marzo - spiega la Cisl- mette al centro le questioni che riguardano in modo specifico precariato, reclutamento e abilitazioni, per le quali la Ministra – e questa è una delle ragioni che inducono ad anticiparne la data di svolgimento - sta assumendo sempre più atteggiamenti di chiusura, apprestandosi a compiere scelte in netto contrasto con gli obiettivi condivisi in mesi di trattative fra le parti. Nella proclamazione vengono indicate, come motivazioni della protesta, le modalità con cui si stanno definendo le procedure concorsuali straordinarie, divergenti rispetto all’obiettivo e ai criteri indicati nell’intesa del 24 aprile 2019 (agevolare la stabilizzazione dei precari con almeno 36 mesi di servizio); la questione irrisolta dei facenti funzione DSGA; il mancato avvio del confronto sui percorsi strutturali di abilitazione che devono riguardare, oltre ai precari, anche i docenti di ruolo della scuola statale, nonché i docenti non abilitati delle scuole paritarie e dei centri di formazione professionali; la mancata convocazione del tavolo di contrattazione nazionale integrativa sulla mobilità, territoriale e professionale, del personale docente, educativo ed ATA. Il sindacato lamenta anche il fatto che ad oggi on sia stato aperto alcun tavolo di discussione in vista di importanti scadenze legate al rinnovo del contratto. Ancora, si registra lo stop agli emendamenti al “milleproroghe” che dovevano dare risposta alla questione dei precari con servizio su sostegno, ai quali è negato l’accesso ai concorsi straordinari, e a quello sulle responsabilità dei dirigenti scolastici in materia di sicurezza. In definitiva – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi - «questo ministro ha messo in discussione tutti gli accordi sindacali già realizzati. Se questa è la volontà governativa, di disintermediazione, quella del 6 marzo sarà solo la prima fase di una mobilitazione alla cui base ci sono elementi politici strategici di un ritorno ai modelli della 107 che ci vedono nettamente in contrapposizione e che non ci potranno mai convincere ad un ritorno al passato che nessuno vuole».