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Scuola e trasporti, ingressi su due turni e negozi aperti alle 10

Intanto i tavoli provinciali convocati dai prefetti in vista della riapertura delle scuole prevista il 7 gennaio vanno in ordine sparso.

14/12/2020
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Il Sole 24 Ore

Eugenio Bruno

Il 7 gennaio si avvicina. Ma se il “fine” della riapertura delle scuole è chiaro (riportare in presenza il 75% degli alunni delle superiori) lo stesso non può dirsi per il “mezzo”. In seno ai tavoli provinciali previsti dal Dpcm del 3 dicembre e istituiti dai prefetti per trovare la soluzione più adatta a conciliare orari scolastici e trasporto locale stanno emergendo le soluzioni più disparate. Mentre dai due ministeri coinvolti arrivano i primi suggerimenti. Dopo l’Istruzione, che ha considerato «flessibile» quel 75% di alunni, tocca alle Infrastrutture.

Un documento che il ministero guidato da Paola De Micheli ha inviato ai prefetti auspica che gli uffici scolastici portino quanto prima ai tavoli il monitoraggio sulle scelte di trasporto dei loro studenti e individua due soluzioni principali per aumentare le corse ed evitare gli assembramenti di settembre/ottobre: spostare alcuni mezzi oggi impiegati su tratte a bassa domanda; noleggiare autobus privati con conducente. Circoscrivendo subito dopo questa seconda ipotesi, per la tipologia delle vetture coinvolte, alle tratte suburbane o extraurbane. Dopodichè il documento del Mit passa a indicare altre possibili soluzioni. Si parte dalle scuole che dovrebbero scaglionare gli ingressi e le uscite su due turni mattutini e pomeridiani intervallati da almeno 90 minuti - ad esempio 8/9.30 e 13.30/15, ma è una soluzione che i presidi hanno già definito di difficile attuazione. Si passa allora a ipotizzare uno scaglionamento di un’ora tra una lezione universitaria e l’altra, considerando che piano piano anche gli atenei torneranno alle lezioni in presenza (ma è uno scenario che si riproporrà soprattutto a febbraio e marzo quando inizieranno i corsi del secondo semestre). E si arriva alla fine a immaginare di coinvolgere, nella riorganizzazione delle corse di metro e bus, gran parte dei cittadini. Sia suggerendo di incentivare al massimo lo smart working pubblico e privato. Sia - ed è una novità - ipotizzando di avviare l’attività di negozi e imprese delle aree metropolitane a partire dalle 10. Mentre nei piccoli centri non ce ne sarebbe bisogno.

Al netto delle proposte ministeriali, come detto, i tavoli territoriali sono già al lavoro. Con una situazione a macchia di leopardo sia tra una regione e l’altra (si va dall’Emilia Romagna che è già molto avanti alla Calabria dove la regione ha chiesto 7 giorni solo per presentare il suo documento), sia all’interno della stessa area (in Toscana ad esempio c’è confusione sul coordinamento tra amministrazione regionale e prefetti). Con alcune proposte concrete già sul tappeto. A Monza/Brianza è in arrivo una App per tracciare gli spostamenti sui mezzi pubblici. A Bologna hanno già quantificato in 60 i mezzi aggiuntivi che servono. A Ravenna si suggerisce di riportare in classe solo il 50% degli alunni. E siamo ancora all’inizio.


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