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Scuola e autonomia differenziata, è scontro tra Bussetti e Giuliano

Il ministro dell’Istruzione (Lega) e il sottosegretario (M5S) la pensano diversamente sull’autonomia delle Regioni: per Bussetti è un’opportunità, per Giuliano un motivo di preoccupazione

07/03/2019
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Potrebbe essere derubricata come l’ennesima faccenda in cui Lega e Cinque Stelle la pensano diversamente, allungando così l’elenco delle questioni politiche che dividono il governo giallo-verde. Ma quella tra ministro dell’Istruzione e sottosegretario, il leghista Marco Bussetti e il pentastellato Salvatore Giuliano, rivela una più profonda concezione di come dovrebbe evolvere la scuola del futuro: e quindi, visto il contrato, una seria discrepanza tra due visioni di sviluppo dell’educazione. «Alcune Regioni hanno chiesto di poter avere più autonomia nella gestione dei fondi- ricorda il ministro dell’Istruzione- In questi giorni stiamo avendo un dibattito politico su questo provvedimento, c’è un confronto aperto. L’autonomia potrebbe essere anche un’opportunità, un modello virtuoso di gestione. Certo, lo Stato avrà sempre un suo ruolo: dovrà vigilare affinché vengano garantiti ovunque, allo stesso modo, livelli delle prestazioni di servizio», precisa Bussetti. Per il ministro leghista e lombardo insomma l’autonomia è un’occasione, che- garantiti i livelli minimi - potrebbe davvero far crescere il sistema scolastico, con le sue specificità regionali.

Il rischio di ampliare le diseguaglianze

La pensa diversamente il sottosegretario Cinquestelle pugliese: «La richiesta di autonomia differenziata avanzata dalle regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto suscita viva preoccupazione per l’unità del sistema educativo italiano», dice Giuliano. «In particolare lascia perplessi l’aspetto finanziario e fiscale che mette in discussione l’equa distribuzione delle risorse sul territorio nazionale», sottolinea l’ex preside di Brindisi. Secondo Giuliano, si «rischia di ampliare le disuguaglianze già esistenti nel Paese, facendo venire meno il compito costituzionale affidato alla scuola di rimuovere gli ostacoli che impediscono l’uguaglianza sostanziale di tutti i cittadini». Un altro elemento di criticità è «il passaggio del personale scolastico dallo Stato alle regioni, che rischia di creare una situazione di confusione sotto il profilo contrattuale, organizzativo e gestionale». Giuliano è preoccupato «anche per le conseguenze che il passaggio ai ruoli regionali potrebbe avere sulle scelte di vita e sulle opportunità di lavoro dei docenti e di tutto il personale scolastico», e perciò auspica «una riflessione ampia e approfondita con il mondo della scuola».


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