FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3942035
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Scuola e asili, il caos dei vaccini Gli inadempienti sono 600 mila

Scuola e asili, il caos dei vaccini Gli inadempienti sono 600 mila

Prime stime fornite dal ministero della Salute, che per ora promette la linea morbida: «Sarà un rodaggio per tutti»

26/08/2017
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

ROMA Alla riapertura mancano un paio di settimane. Ma la campanella è già suonata. Per la prima volta Sanità e Scuole sono chiamate a una nuova sfida. Darsi da fare affinché sui banchi siedano alunni protetti da malattie infettive prevenibili, come stabilisce la legge della ministra Beatrice Lorenzin, pubblicata a inizio agosto. Sospeso nel ’99, l’obbligo vaccinale torna in vigore per gli scolari da 0 a 16 anni. Si riteneva che la comunità fosse al sicuro da virus e batteri emarginati, proprio grazie a una politica di prevenzione impositiva. Invece sono tornate antiche minacce infettive, scese sotto i livelli di sicurezza le percentuali di vaccinazioni.

Trivalente impopolare

Seicentomila. Tanti sono i bimbi e ragazzi inadempienti tra nidi, materne, elementari, medie e liceali del biennio. Significa che hanno saltato almeno una dose di esavalente (antipolio, tetano, difterite, epatite b, pertosse, Haemophilus influenzae , responsabile di meningite) e di trivalente (morbillo, rosolia, parotite) la meno popolare e accettata della rosa. Il dato è una «stima grossolana», chiarisce il ministero della Salute. «Siamo in attesa di ricevere le informazioni precise dalle Regioni entro il 31 agosto: quanti alunni si devono mettere in regola, quanti sono gli adempienti, quante le prenotazioni in agenda per ricevere le dosi necessarie», sono prudenti alla direzione generale di prevenzione diretta da Ranieri Guerra. La quantità delle obbligatorie non deve spaventare. In realtà sono due punture: una da 6 e l’altra da 4 componenti.

Rodaggio

Due i messaggi ai genitori. Il primo: chi non è in linea con l’obbligo ha tempo sei mesi, fino al 10 marzo, per rientrare nella legge recandosi ai servizi vaccinali. Secondo: proprio perché siamo in fase di rodaggio (dall’anno scolastico 2018-19 si cambia registro), non ci saranno forzature. E se la non ottemperanza dipende dalla disorganizzazione degli ambulatori? Non si rischia l’espulsione. Fermo restando che non si transige sul rispetto dell’obbligo. Specie per i più piccoli di infanzia e nido: se non sono muniti di autocertificazione o documentazione sanitaria che attesta l’avvenuta somministrazione e ne restano sprovvisti oltre la scadenza del 10 settembre, non possono più frequentare.

Lettera a casa

Parte delle Regioni dovrebbero arrivare preparate all’esame, eccezioni e ritardi a parte. Avvantaggiate quelle dotate di anagrafe informatizzata. Molte Asl lunedì cominciano a spedire per raccomandata alle famiglie lettere di richiamo alla legge. Il consiglio è di ricorrere all’autocertificazione, valida come attestato per l’iscrizione entro il 10 settembre per 0-6 anni e il 31 ottobre per gli altri. Gli inadempienti possono firmare un modello spedito a casa in cui si impegnano a completare la rosa delle profilassi. Non sempre è necessario portare in segreteria il libretto vaccinale, spesso di difficile interpretazione con tutti quei timbri. Saranno i servizi sanitari a inviare il «patentino», sempre per raccomandata. Questo dovrebbe risparmiare perdite di tempo e ansie.

Criticità

Il pallino è in mano alla sanità, comprimaria la scuola. La parola d’ordine è semplificazione, ridurre al minimo l’intreccio di informazioni tra Asl e segreterie scolastiche. «La strada scelta da Toscana, Liguria e altre amministrazioni di una comunicazione diretta con le famiglie appare ragionevole e può essere d’aiuto senza creare problemi nella trasmissione di dati sulla salute degli studenti», ha apprezzato il Garante della Privacy. Sono da mettere in conto delle criticità, legate alla disorganizzazione di sanità e scuola in certe aree del Paese.

Banco di prova

È un banco di prova importante per le autorità regionali. «Siamo gli unici a muoversi con un meccanismo completo. Manderemo a casa anche gli attestati per i bambini che non possono essere immunizzati a causa di controindicazioni per malattia», è soddisfatta del lavoro dei suoi uffici Catiuscia Marini, presidente dell’Umbria. L’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, ha disposto che nei siti di Regione, wikivaccini.com e delle Asl siano online le indicazioni utili con moduli per nidi, materne e scuole dell’obbligo: «Vogliamo accompagnare le famiglie, niente metodi rudi, coercitivi. Sarà una sfida per recuperare il dialogo. In caso di esplicita inadempienza, ci sarà un invito ai genitori a incontrare i medici. Ultima carta, le sanzioni». Preoccupata in Liguria l’assessora Sonia Viale: «Alcuni servizi rischiano la paralisi».

Voucher

Nelle Marche è stato predisposto un voucher: firmandolo, i genitori dei più piccoli si impegnano a vaccinare i figli entro il 10 marzo. «Entro il 10 novembre le scuole devono comunicarci chi non lo ha consegnato. Bel carico di lavoro, ma siamo pronti», si preparano a mesi sotto pressione Massimo Agostini e Fabio Filippetti. In Calabria non esiste un’anagrafe digitale: «L’autocertificazione è la strada migliore, suggerisce Sandro Giuffrida, capo prevenzione a Reggio. Abbiamo inviato una mail ai pediatri perché aiutino le famiglie a decifrare i libretti vaccinali e verificare con loro se possono ritenersi a posto». In Sicilia, secondo il responsabile prevenzione di Catania, Mario Cuccia, la criticità riguarda i bambini della scuola materna (dai 36 mesi a 6 anni non compiuti). In questa fascia d’età, circa 30 mila sono indietro con la trivalente. Anche noi consigliamo l’autocertificazione. Le Asl rischiano il corto circuito. Ma sei mesi è un tempo sufficientemente largo per rispondere alla domanda». Gli ambulatori di Taranto erano strapieni anche sotto Ferragosto, testimonia Michele Conversano, responsabile della prevenzione che ha coinvolto le farmacie per il rilascio del certificato. L’esperienza dovrebbe essere allargata al resto della Puglia.

Numero verde

Il ministero della Salute manterrà attivo il numero verde 1500 per le informazioni a cittadini e operatori. Servirà anche a raccogliere le segnalazioni di criticità assieme al sito www.salute.gov.it . Nella lista dei disservizi finora denunciati, c’è anche Roma. I centralini di alcune Asl della Capitale «non rispondono, gli appuntamenti vengono fissati con tempi biblici».

Margherita De Bac mdebac@corriere.it


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL