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Scuola doppiamente penalizzata

LEGGE DI STABILITà/Si riscalda il fronte sindacale, manifestazione unitaria l'8/11.Contratto non rinnovato e scatti congelati per un miliardo

21/10/2014
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ItaliaOggi

di Carlo Forte e Alessandra Ricciardi  

Neanche un centesimo in più per le retribuzioni fino al 2015 compreso. E l'indennità di vacanza contrattuale resterà addirittura bloccata fino al 2018. La proroga del blocco della contrattazione è prevista dall'articolo 21 del disegno di legge di stabilità per i dipendenti pubblici.

Ai docenti andrà anche peggio: non saranno attribuiti infatti gli scatti fino a tutto il 2018, come recita la riforma della Buona Scuola. E quindi, oltre che con il blocco dello stipendio, che avverrà per effetto del mancato rinnovo del contratto, gli insegnanti dovranno fare i conti con una vera e propria riduzione degli importi graduati secondo il meccanismo della progressione di anzianità.

Un blocco che consente di recuperare circa un miliardo di euro in tre anni. Che vanno a controbilanciare il miliardo per il 2015 e i tre dal 2016 stanziati sempre dalla legge di Stabilità prioritariamente per le assunzioni della Buona scuola. Assunzioni che il premier Matteo Renzi ha annunciato in circa 150 mila, anche se l'indicazione precisa nella manovra non sono state date e arriveranno solo con il decreto legge atteso per gli inizi del prossimo anno.

Una situazione che sta riscaldando il comparto sindacale, dove le differenze tra i due fronti confederali, Cgil da un lato e Cisl e Uil dall'altro, rischiano di finire per scolorirsi davanti ai contenuti della manovra («una manovra dittatoriale», la bolla lo Snals-Confsal, «si risparmia sulle spalle dei docenti», commenta la Gilda). «Che in una manovra da 36 miliardi non si trovi nemmeno un euro per rinnovare contratti di lavoro fermi da oltre sei anni», attacca Francesco Scrima, segretario Cisl scuola e coordinatore dei settori della pa della Cisl, «non è solo un'ingiustizia per milioni di lavoratori e per le loro famiglie, è anche il segno di un'evidente incapacità di cogliere l'importanza e il valore del lavoro pubblico per la collettività». Per Massimo Di Menna, segretario Uil scuola «siamo davanti ai soliti tagli lineari che ammazzano la scuola». Rincara la dose Mimmo Pantaleo, numero uno della Flc-Cgil: «Con i governi Berlusconi e Monti pensavamo di aver toccato il fondo, evidentemente ci eravamo sbagliati. Adesso tutti in piazza il 25 ottobre alla manifestazione promossa dalla Cgil e a quella unitaria dell'8 novembre».

Di fatto nella scuola si assiste a un abbassamento delle retribuzioni che, a fronte della maturazione del gradone successivo, non subiranno alcun incremento e rimarranno ferme al livello precedente. Per quantificare la perdita che subiranno i salari della scuola, si deve considerare in primo luogo il tasso di inflazione. Dal 2009 al 2013 (dati Istat) la busta paga dei docenti ha perso oltre il 9% del potere di acquisto: - 0,7 % nel 2009; -1,6% nel 2010; -2,7% nel 2011; -3% nel 2012 e -1,1 % nel 2013. Per il 2014 l'Istat prevede un'ulteriore perdita salariale dell'1,5%, ma si tratta del tasso di inflazione programmato. Tasso destinato a scendere per effetto della deflazione in atto. In pratica, dunque, un docente che nel 2009 aveva 100 euro in tasca ora è come se ne avesse 89. A ciò bisognerà aggiungere anche la mancata corresponsione degli scatti di anzianità che, per ogni anno di decurtazione, valgono circa 1000 euro netti in busta paga.

I diretti interessati non potranno nemmeno contare sull'indennità di vacanza contrattuale che, per legge, dovrebbe restituire, di anno in anno, il 50% del potere di acquisito che si perde per effetto dell'inflazione e del mancato rinnovo contrattuale. E non è tutto. Il blocco della contrattazione, già in atto, non prevede alcuna possibilità di recupero del pregresso. .

Dopo il 2018, sempre secondo il rapporto Renzi, sarà attivato un nuovo sistema di progressione di carriera che prevede l'attribuzione di aumenti di 60 euro al mese ogni tre anni al 66% dei docenti. L'individuazione degli aventi diritto avverrà tramite un concorso interno per titoli, nel quale potranno essere fatti valere gli incarichi di collaborazione con il dirigente scolastico e gli ulteriori titoli di studio che gli interessati conseguiranno. Il rapporto non menziona l'anzianità di servizio quale titolo per gli avanzamenti di carriera.


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