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Scuola, dopo i rilievi del Quirinale verso la modifica del "Salvaprecari bis"

Si lavora alla modifica della norma che escludeva dal concorso i docenti delle paritarie. Il Miur fiducioso di poter indire le selezioni entro fine anno

26/10/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

 I consiglieri giuridici del presidente della Repubblica hanno segnalato a Sergio Mattarella che il Decreto scuola llicenziato in Consiglio dei ministri lo scorso 10 ottobre, e che in un primo tempo escludeva dal prossimo concorso straordinario i docenti che insegnano nelle scuole paritarie, potrebbe essere considerato discriminante ed essere sottoposto a un’ondata di ricorsi amministrativi.

Mattarella, prudenzialmente, ha fermato il viaggio del decreto – conosciuto anche come Salvaprecari bis, visto che darà l’accesso a una cattedra per settembre 2020 a ventiquattromila supplenti di Terza fascia – e ha richiesto al ministero dell’Istruzione modifiche sull’accesso alla prova. Ottenendole in queste ore.

Su questo primo rilievo, il ministro Lorenzo Fioramonti ha accettato di far rientrare i precari di Terza fascia che lavorano nelle scuole paritarie del Paese: potranno accedere, se hanno i requisiti dei tre anni di insegnamento su otto, alla prova straordinaria, ma non saranno considerati tra i primi ventiquattromila. Ovvero, non otterranno la cattedra a settembre 2020. Potranno, però, se avranno conseguito un voto almeno di 7/10 alla prova scritta, essere abilitati all’insegnamento – oggi, collocati in Terza fascia, non lo sono – ed essere inseriti nelle graduatorie di Seconda fascia. 

Come spiega l’agenzia Public Policy, vi è stato un secondo rilievo del Quirinale sullo stesso provvedimento scolastico: riguardava il concorso riservato ai Direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga). Gli avvocati del Colle si sono concentrati sui titoli di accesso richiesti per la partecipazione alla selezione pubblica: il decreto, su spinta dei sindacati, in un primo tempo prevedeva una stabilizzazione dei “facenti funzione”, in diversi casi personale amministrativo promosso per necessità al ruolo apicale ma senza il curriculum adeguato – innanzitutto la laurea – per una funzione decisiva per il funzionamento degli istituti italiani. Bene, il passaggio dei “facenti funzione” è stato stralciato: restano tali, senza stabilizzazione né ruoli di vertice assegnati per decreto.

I sindacati confederali, su quest’ultimo punto, sono decisamente contrariati e stanno studiando forme di sciopero alternative, come le dimissioni di massa dei dirigenti impropri dal loro status di “facenti funzioni”. Un atto che bloccherebbe le scuole italiane.

Il decreto ora si avvia alla firma presidenziale e il ministero dell’Istruzione si dice convinto di poter rispettare i tempi indicati: entro l’anno i due concorsi previsti – lo straordinario per i precari di Terza fascia e l’ordinario – dovrebbero partire.
 
Gabriele Toccafondi, deputato di Italia viva, già sottosegretario all’Istruzione, dice: “Le ispezioni ministeriali dicono che gli standard delle scuole paritarie stanno crescendo, il provvedimento che consente l’abilitazione è un atto corretto”.


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